
Coronavirus- Arriva il Reddito di Emergenza: 6 miliardi per milioni di lavoratori, anche irregolari
Il DPCM varato ieri, sabato 29 marzo, punta ad aiutare i Comuni attraverso la misura del soccorso alimentare con buoni spesa . Ma in queste ore il governo sta valutando anche il REM, un reddito di emergenza anche per lavoratori precari e irregolari, una misura eccezionale capace di coprire il doppio dei lavoratori raggiunti fino ad oggi dall’indennità una tantum e che, si prospetta, possa durare per tutto il tempo della gravissima crisi sanitaria ed economica.
Per la nuova misura potrebbero essere necessari 6 miliardi di euro, destinati a 10 milioni di lavoratori: fra questi non solo la vasta platea di partite Iva, collaboratori, artigiani, commercianti, agricoli, spettacolo, stagionali, professionisti. Sarà incluso anche il lavoro ‘grigio’, precario, irregolare, intermittente e quei lavoratori che hanno finito il sussidio di disoccupazione .
Inclusi inoltre i lavoratori stagionali entranti: come bagnini, camerieri, addetti alle pulizie, animatori turistici, le cui speranze di lavoro nei mesi estivi sono, attualmente, ridotte al lumicino. Quindi coloro che sono impegnati in ‘fast jobs’: contrattisti a giorni, settimane, qualche mese. Obiettivo del governo, infine, sarà anche allungare la Cassa integrazione fino al 31 luglio, data che del termine dell’emergenza nazionale.
Il Movimento Cinque Stelle punterà inoltre ad allargare le maglie dei requisiti di accesso per accedere al reddito di cittadinanza, mentre altre risorse potrebbero arrivare dai fondi europei.
Spiega Valentina Conte su Repubblica:
“Il ministro Giuseppe Provenzano potrebbe convincere le regioni del Sud a “prestare” per l’emergenza Covid-19 circa 10 miliardi del settennio 2014-2020 di cui 2,5 miliardi da spendere proprio per il sostegno al reddito. I governatori del Sud – destinatari del 60% di quelle risorse – sarebbero ristorati in seguito tramite il Fondo Sviluppo e Coesione che conta ben 68 miliardi”.
Come misura di sostegno, il governo sta pensando anche al ‘Sea’, previsto per il lavoro autonomo: sostituirà il bonus da 600 euro, non sarà una tantum e avrà un importo non in misura fissa, ma in base alle condizioni della famiglia e della perdita di guadagno.