
Dazi di Trump – Crolla del 21 % l’Export italiano. Gli ultimi dati
L’imposizione dei nuovi dazi statunitensi voluti dall’amministrazione Trump sta colpendo duramente il commercio estero italiano.
Secondo i più recenti dati diffusi dall’Istat, nel mese di agosto – il primo dall’entrata in vigore dell’accordo sulle tariffe tra Washington e Unione Europea – le esportazioni italiane hanno subito un calo complessivo dell’1,1% in valore e del 2,8% in volume, ma la flessione più drammatica riguarda gli Stati Uniti, dove l’export è crollato del 21,1%.
La contrazione delle vendite verso il mercato americano non è però l’unico segnale di difficoltà per il Made in Italy. Anche altri partner commerciali extraeuropei registrano forti riduzioni: la Turchia segna un calo del 25,9%, mentre la Cina arretra del 16,3%. Al contrario, l’Italia mostra performance positive nei confronti di alcuni mercati europei, che in parte compensano le perdite fuori dal continente: Francia (+20,6%), Paesi Bassi (+13,5%), Belgio (+8,8%), Spagna (+9,4%) e Regno Unito (+7,3%).
Nel complesso, la flessione è trainata soprattutto dal crollo delle vendite verso i Paesi extra-Ue (-7,7%), mentre le esportazioni in ambito Ue crescono del 2,1% rispetto al mese precedente. Su base annua, l’Istat evidenzia un quadro simile: le esportazioni verso l’Unione Europea aumentano del 5,4%, ma quelle extraeuropee si riducono del 7%, segno di una crescente difficoltà del commercio italiano nei mercati esterni al continente.
L’import italiano, nello stesso periodo, scende del 3% in valore e del 4,1% in volume, con riduzioni sia dai Paesi europei sia da quelli extra-Ue.
Tra i settori più penalizzati spiccano i macchinari e apparecchi (-5,6%), gli articoli sportivi, strumenti musicali e preziosi (-19,8%) e i prodotti in pelle (-9,5%).
In controtendenza, crescono le esportazioni di farmaceutici e chimico-medicinali (+15,1%), metalli e prodotti in metallo (+14%) e prodotti petroliferi raffinati (+11,4%).
Nel complesso, i dati confermano come l’effetto dei dazi americani abbia frenato bruscamente l’export italiano, mettendo in luce la fragilità del Made in Italy sui mercati extraeuropei e la necessità di rafforzare i legami commerciali interni all’Unione Europea per bilanciare le perdite oltreoceano.