
Delitto Rosboch, parla l’assassino “Dico grazie al carcere e chiedo scusa alla famiglia, anche se non le accetteranno”

Un convegno organizzato nella Casa Circondariale di Torino Lorusso e Cotugno è stata l’occasione per Gabriele Defilippi, il giovane che tre anni fa uccise Gloria Rosboch, per raccontare la sua vita dopo la condanna.
Il ragazzo ha pensato anche al suicidio, poi in lui ha prevalso l’esigenza di voltare pagina e di mettersi sui libri. Defilippi ha preso il diploma, poi si è iscritto all’Università a Scienze Politiche.
Un percorso di crescita che ha raccontato ai giornalisti:
“Grazie al carcere ho calato la maschera – ha raccontato Defilippi – “Prima infatti esisteva solo un Gabriele istrionico e narciso. Ma ora quando vedo la gente non penso più di fare del male. Vorrei chiedere scusa ai familiari della professoressa Rosboch. Io credo che anche tutto questo mio percorso di crescita sia legato a lei, ma io voglio dare un senso costruttivo a questa esperienza costruttiva. È di questo che avevo bisogno”.
Poi, aggiunge:
“Ogni giorno si fanno i conti con la propria coscienza e io non voglio ricostruire una vita basata sull’illecito. Credo che il carcere ti faccia riflettere e ti dia la possibilità di rapportarti con il mondo che ti circonda essendo te stesso. Non mi aspetto che le mie scuse vengano accettate, ma credo che il modo migliore per dare un senso alle mie scuse sia fare vedere un Gabriele diverso”.