
Dopo tre ore di interazione tutti hanno segni di “Affaticamento sociale” – Ecco come si manifesta. Lo studio

Dopo tre ore di interazione tutti manifestano segni di “Affaticamento sociale”.
Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università di Helsinki ha evidenziato un fenomeno comune ma spesso trascurato: dopo circa tre ore di continua interazione con altre persone, la maggioranza degli individui – indipendentemente dalle loro tendenze verso l’introversione o l’estroversione – comincia a manifestare segni di affaticamento sociale.
Questa scoperta suggerisce che il cosiddetto “esaurimento sociale” non è semplicemente legato a tratti caratteriali, ma rappresenta una risposta fisiologica all’esposizione prolungata a stimoli interpersonali. L’impegno richiesto per sostenere conversazioni, decifrare la comunicazione non verbale e gestire le proprie reazioni emotive comporta un considerevole dispendio di risorse mentali.
La ricerca ha inoltre identificato categorie di persone particolarmente vulnerabili a questo tipo di stanchezza, che possono raggiungere il punto di saturazione più rapidamente:
Individui con personalità introversa; persone che convivono con disturbi d’ansia; soggetti neurodivergenti (come chi presenta ADHD o si trova nello spettro autistico). E ancora: persone che avvertono la pressione di dover assumere comportamenti non autentici o compiacenti. Individui con elevata sensibilità o spiccate capacità empatiche
Per questi gruppi, il carico cognitivo ed emotivo risulta significativamente maggiore, accelerando l’insorgenza del bisogno di isolamento e recupero.
I segnali rivelatori
Lo studio ha catalogato anche i sintomi più frequenti dell’affaticamento sociale:
Una sensazione di spossatezza che compare improvvisamente
Aumento dell’irritabilità nelle interazioni
Forte desiderio di allontanarsi dal contesto sociale
Riduzione della capacità di mantenere l’attenzione
Deterioramento dello stato d’animo generale
Gli esperti sottolineano che questi segnali non indicano alcuna anomalia personale, ma rappresentano semplicemente il modo in cui l’organismo comunica la necessità di una pausa dalle stimolazioni sociali.
La ricerca offre una nuova prospettiva su un’esperienza comune, normalizzando il bisogno di momenti di solitudine anche per le persone naturalmente socievoli, e invita a rispettare i propri limiti energetici nelle interazioni quotidiane.