
19/02/2025
Territorio
Draghi, appello all’Europa da Bruxelles – “Il suo discorso è stato un Whatever It takes 2.0”
Draghi, appello all’Europa – “Il suo discorso è stato un Whatever It takes 2.0”
Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea ed ex premier italiano, ha parlato al Parlamento Europeo durante la settimana parlamentare del 2025, evidenziando le sfide cruciali che l’Unione Europea deve affrontare per rimanere competitiva e garantire la propria sicurezza.
Un’Europa più unita per affrontare le sfide globali
Draghi ha evidenziato la necessità di un maggiore coordinamento tra Stati membri, istituzioni europee e settore privato per rispondere alle sfide economiche, tecnologiche e geopolitiche. Ha sottolineato che l’Europa deve agire come un’entità unica, evitando divisioni interne che rischiano di rallentare la crescita e l’innovazione. “La complessità della situazione richiede una cooperazione senza precedenti tra governi nazionali, Parlamento europeo e Commissione UE. Il tempo non è dalla nostra parte e dobbiamo agire con velocità e determinazione per affrontare le sfide che ci attendono”, ha dichiarato.
Uno dei temi centrali del suo discorso è stato il ruolo dell’Europa nella sicurezza del continente, con particolare riferimento al conflitto in Ucraina. Draghi ha avvertito che l’Unione Europea rischia di rimanere da sola nel sostenere militarmente e finanziariamente Kiev, dato che gli Stati Uniti potrebbero ridurre il loro impegno. “Se le recenti dichiarazioni provenienti dagli USA si concretizzassero, potremmo trovarci a dover garantire da soli la sicurezza dell’Ucraina e dell’Europa intera”, ha ammonito.
Il problema dell’energia e la necessità di abbassare i costi
Un altro punto chiave del discorso è stato il tema energetico. Draghi ha sottolineato come i prezzi elevati dell’energia stiano danneggiando l’industria europea, sia quella tradizionale che quella ad alta tecnologia. Ha ricordato che il consumo energetico dei data center in Europa triplicherà entro la fine del decennio e che per rendere sostenibile la transizione ecologica è necessario anticiparne i benefici.
Secondo il rapporto sulla competitività dell’UE, servirebbero investimenti per circa 800 miliardi di euro all’anno per rilanciare il continente. Draghi ha identificato i principali fattori che contribuiscono agli alti costi energetici in Europa, tra cui la scarsa coordinazione degli approvvigionamenti di gas naturale, i ritardi nelle rinnovabili e la tassazione elevata. Tuttavia, ha anche sottolineato che questi problemi sono stati creati dall’UE stessa e possono essere risolti con la giusta volontà politica.
“Dobbiamo abbassare i prezzi dell’energia – ha dichiarato Draghi – ” Ciò è diventato imperativo non solo per le industrie tradizionali, ma anche per le tecnologie avanzate. Si stima che il consumo di energia dei data-center in Europa più che triplicherà entro la fine del decennio. Ma è anche sempre più chiaro che la decarbonizzazione stessa può essere sostenibile solo se i suoi benefici vengono anticipati”.
“Il rapporto identifica una serie di ragioni per gli alti prezzi dell’energia in Europa, oltre al fatto che l’Ue non è un importante produttore di gas naturale: il coordinamento limitato dell’approvvigionamento di gas naturale, il funzionamento del mercato energetico, i ritardi nell’installazione di capacità rinnovabili, reti sottosviluppate, elevata tassazione e margini finanziari. Questi e altri fattori sono tutti di nostra creazione e pertanto possono essere cambiati se abbiamo la volontà di farlo”, aggiunge.
“Il rapporto propone diverse misure a questo proposito: riforma del mercato energetico, maggiore trasparenza nel commercio di energia, uso più esteso di contratti energetici a lungo termine e acquisti a lungo termine di gas naturale e massicci investimenti in reti e interconnessioni. Inoltre, chiede non solo un’installazione più rapida delle energie rinnovabili, ma anche investimenti nella generazione di base pulita e soluzioni di flessibilità a cui possiamo attingere quando le energie rinnovabili non generano energia”
Poi, sulle sfide della transizione
“I prezzi del gas naturale rimangono altamente volatili, in aumento di circa il 40% da settembre, e i margini sulle importazioni di Gnl dagli Stati Uniti sono aumentati in modo significativo dall’anno scorso. Anche i prezzi dell’energia sono generalmente aumentati in tutti i paesi e sono ancora 2-3 volte più alti di quelli negli Stati Uniti. E abbiamo visto il tipo di tensioni interne che potrebbero sorgere se non agiamo con urgenza per affrontare le sfide create dalla transizione energetica. Quando è stato scritto il rapporto, il tema geopolitico principale era l’ascesa della Cina. Ora, l’Ue dovrà affrontare tariffe da parte della nuova amministrazione statunitense nei prossimi mesi, ostacolando il nostro accesso al nostro più grande mercato di esportazione. Inoltre, le tariffe statunitensi più elevate sulla Cina reindirizzeranno la sovraccapacità cinese in Europa, colpendo ulteriormente le aziende europee. In effetti, le grandi aziende dell’UE sono più preoccupate per questo effetto che per la perdita di accesso al mercato statunitense”.
Un Whatever It takes 2.0
“L’intervento di Draghi è stato un Whatever It takes 2.0 – ha commentato la giornalista e opinionista Sky Mariangela Pira – “”Dite no al debito pubblico, dite no al mercato unico, dite no alla creazione dell’unione dei capitali: non si può dire di no a tutto”. L’ex governatore della BCE (ruolo in cui ha dato il meglio, a mio parere) ha strigliato ben bene l’Unione Europea. Ribadisco quanto ho scritto qualche giorno fa nel mio commento su Il Sole 24 Ore. Se non si fa qualcosa ci si va a schiantare. “Altrimenti – dice Draghi – bisogna essere coerenti e ammettere di non essere in grado di realizzare i valori fondamentali per cui questa Unione europea è stata creata”.
Quel che so è che da una voce autorevole come la sua può arrivare o partire un cambiamento. Da uno che, dopo come è stato trattato dall’Italia, non si è mai trasformato in prezzemolino televisivo, è sempre stato istituzionale nel linguaggio, non ha mai avuto parole sprezzanti o criticato alcuno o alcuna ma ha sempre sostenuto il suo Paese e l’Europa”.
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