Drammatico appello dal bioparco in Val di Susa: “Noi, totalmente dimenticati dal governo, non riceviamo alcun aiuto”

12/05/2020

A parlare è Luca Primela, titolare di un bioparco in Val di Susa che ospita circa 40 animali, dai piccoli mammiferi fino a rapaci e daini. Una struttura che accoglieva e affascinava, in tempi normali, tantissime scolaresche.

E oltre a presentare molteplici bellezze di flora e fauna, costituiva anche un importante supporto didattico per i ragazzi.

Con la serrata per l’emergenza coronavirus, il bioparco ha ovviamente sospeso le proprie attività.

Ben 74 gite già prenotate sono state annullate dalle scuole, ma le spese per mantenere in vita il bioparco non mancano. Purtroppo gli aiuti da parte dello Stato  in questo momento, sono pari a zero.

Racconta Luca Primela:

“Sono il titolare di una di quelle attività completamente dimenticate dal governo. Ho aperto insieme a mia moglie una società nel 2012 che si occupa di attività didattiche ludico ricreative per bambini.
Abbiamo infatti creato un bioparco in Val di Susa dove ospitiamo scolaresche allo scopo di riavvicinare i bambini alla natura, agli animali e far riscoprire loro le tradizioni del passato.
Nel nostro parco ospitiamo circa 40 animali: piccoli mammiferi, rapaci, daini. E il nostro lavoro, svolto con sacrifici e passione, è stato bruscamente interrotto il 22 febbraio con la chiusura delle scuole. Ci siamo visti cancellare 74 gite prenotate, tutti i doposcuola che gestivamo e i vari eventi nei fine settimana”.
“Il solo mantenimento degli animali – prosegue Primela, evidenziando le grandi difficoltà del momento – “è di 500 euro al mese, oltre a questo ci sono spese per l’affitto del terreno, commercialista, tasse, Inps ecc, oltre alle normali spese di una famiglia di 4 persone.
Purtroppo la nostra categoria non è indicata in nessun decreto, non sta usufruendo di nessun aiuto ma soprattutto finché non riapriranno le scuole in modo normale saremo completamente fermi. Ora mi domando: com’è possibile che nessuno abbia pensato a noi, alla nostra categoria che è di fondamentale supporto al lavoro degli insegnanti?
Com’è possibile che nessun politico si ricordi di quando, con la scuola, aspettava il momento della gita?”

 

Franco Quaini

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