20/06/2022
Territorio
E’ un mondo sempre più arido, caldo record ovunque – “Ecco le cause: ora sono a rischio risorse idriche e raccolti”
E’ un mondo sempre più arido: caldo record ovunque – “A rischio risorse idriche e raccolti”
Allarmano i dati Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, che evidenziano come la siccità stia dilagando nel mondo, praticamente ovunque, con seri danni a risorse idriche e raccolti.
Casi emblematici, in Europa, sono il Portogallo che ha vissuto il maggio più caldo degli ultimi 92 anni (e una grave siccità nel 97% del paese) e purtroppo l’Italia
Il Maggio 2022, nel nostro paese, è stato il secondo più caldo degli ultimi 220 anni, il Po vede lo stato di ‘secca’ più grave secca dal secondo dopo guerra e ben 125 comuni chiedono lo sto all’erogazione d’acqua potabile nelle ore notturne.
“La siccità – spiega L’Ispi nel suo ultimo report – “non è una novità per molti paesi. Ma la sua frequenza, durata e intensità è in costante crescita a causa del cambiamento climatico. Nel 2020 fino al 19% della superficie terrestre globale è stata colpita da siccità estrema: un valore che tra il 1950 e il 1999 non aveva mai superato il 13%. Secondo le stime delle Nazioni Unite, di questo passo i 3,6 miliardi di persone che oggi vivono in aree con scarsità d’acqua per almeno un mese all’anno, diventeranno 4,8 miliardi entro il 2050. E ad ogni aumento di un grado della temperatura media globale corrisponde una riduzione delle rese agricole: grano -6%, riso -3% e mais -7%. Insomma, la crisi alimentare mondiale di quest’anno potrebbe diventare cronica.
E di chi è la colpa. L’ Istituto per gli studi di politica internazionale dà una risposta: “A novembre, la COP26 aveva rilanciato lo sforzo internazionale per la lotta al cambiamento climatico. A distanza di otto mesi, poco è cambiato. 94 paesi su 196 hanno presentato nuovi piani climatici ma insieme rappresentano solo il 22% delle emissioni globali. L’impegno a ridurre gradualmente i sussidi ai combustibili fossili si è tradotto in un loro aumento nel 2021. Così come quello per fermare entro il 2030 la deforestazione che in Brasile è aumentata del 69% nel 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Una delle poche buone notizie arriva dalla Cina: le emissioni di Co2 sono in calo da tre trimestri consecutivi come non accadeva da un decennio. Una performance però viziata dai continui lockdown nel paese – conclude l’Ispi – ” Per quanto la natura continuerà a salvarsi da sola?”
Questa la tabella Ispi nell’ultimo report
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