Fassino, il caso “profumo” continua: sei testimoni contro di lui. L’affare si complica

30/04/2024

Fassino, il caso “profumo” continua: sei testimoni contro di lui. L’affare si complica

La vicenda del presunto furto del profumo di Chanel da parte del deputato del Partito Democratico Piero Fassino si complica ulteriormente con l’emergere di sei testimoni che confermano il tentativo di furto nel duty free del Terminal 1 dell’aeroporto di Fiumicino.

Questi testimoni, tra cui dipendenti e vigilantes, hanno anche riportato almeno altri due tentativi nel mese precedente, di cui uno riuscito. Fassino continua a negare le accuse, definendo l’episodio un equivoco e sostenendo di aver sempre avuto il cellulare in mano o in tasca. Tuttavia, la Polaria ha consegnato alla procura di Civitavecchia un video che sembra smentire la sua versione.  l filmato di uno dei precedenti furti sarebbe stato cancellato in quanto prassi della gestione del negozio.

Nel dettaglio, i testimoni hanno riferito di due episodi precedenti in cui Fassino è stato fermato per non aver pagato mentre passava il perimetro delle casse, anche se poi ha pagato in entrambi i casi.

Nel terzo episodio, avvenuto il 15 aprile, il filmato mostrerebbe Fassino mettere la boccetta di profumo in tasca.

Quando i vigilantes sono intervenuti, l’ex sindaco di Torino avrebbe dichiarato: “Lei non sa chi sono io”, e questa volta i proprietari del negozio hanno deciso di denunciarlo.

L’avvocato del deputato, Nicola Gianaria, ha sostenuto che un tentativo di furto non sarebbe così goffo e che nessuno sarebbe così stupido da farlo davanti a una telecamera, soprattutto considerando i precedenti.

La versione dei fatti resta oggetto di controversia: alcuni testimoni confermano i precedenti e la frase pronunciata da Fassino, altri negano di aver sentito quella frase e riportano i precedenti a dicembre e marzo.

 

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