
II Governo vuole “160mila militari entro il 2033” – Ecco come cambia il reclutamento delle Forze Armate
II Governo vuole “160mila militari entro il 2033”
Il governo ha approvato un decreto legge che avvia una profonda revisione del Codice dell’ordinamento militare, introducendo nuove regole per l’arruolamento e lo sviluppo delle carriere nelle Forze Armate. Il provvedimento ha ottenuto il primo via libera dal Consiglio dei ministri nella seduta dell’11 dicembre e punta a un obiettivo chiaro: raggiungere entro il 2033 un organico complessivo di 160mila militari tra Esercito, Marina e Aeronautica, garantendo un equilibrio funzionale tra i diversi ruoli e livelli di comando.
Le modifiche previste riguardano innanzitutto il percorso degli ufficiali. È prevista una riorganizzazione della formazione nelle Accademie militari, con l’attribuzione dello status di aspirante ufficiale a partire dal secondo anno e la nomina a sottotenente dal terzo. Agli aspiranti sarà inoltre riconosciuto un trattamento economico iniziale. Cambiano anche le regole per i marescialli: viene introdotta una ferma obbligatoria di cinque anni per gli allievi selezionati tramite concorso pubblico, con l’obiettivo di rendere più omogeneo il sistema di permanenza nei ranghi.
Il decreto amplia inoltre le possibilità di accesso ai concorsi per il ruolo di sergente da parte dei volontari in ferma prefissata, favorendo una maggiore mobilità interna. Accanto a queste misure strutturali, sono previste disposizioni temporanee valide fino al 2033, che innalzano a 40 anni il limite di età per la partecipazione ai concorsi da ufficiale per il personale già in servizio. Vengono anche istituiti concorsi straordinari per il passaggio al ruolo di maresciallo destinati a militari in possesso di specifici titoli di studio universitari.
Sono previsti inoltre concorsi straordinari per sergenti, attivi fino al 2030, aperti in alcuni casi anche a candidati civili con diploma e non oltre i 32 anni, qualora emergano particolari esigenze operative. Sullo sfondo resta il tema della leva militare, che il ministro della Difesa Guido Crosetto ha chiarito resterà su base volontaria. Il ministro ha sottolineato come molti Paesi europei stiano ripensando i modelli di riduzione degli eserciti adottati negli ultimi anni, evidenziando la necessità di rafforzare lo strumento militare per rispondere a nuove esigenze di sicurezza, attraverso un percorso condiviso e discusso in Parlamento.