
Il caso – Due milioni e mezzo di euro in un conto in Svizzera. Indagato l’ex parroco della Gran Madre

Due milioni e mezzo di euro, è questo il capitale che l’ex parroco della Gran Madre a Torino è riuscito ad accumulare in oltre venti anni grazie alle donazioni dei fedeli.
I soldi sono stati depositati dal parroco sul conto corrente aperto in una banca svizzera. Per questo motivo il prelato è stato indagato per appropriazione indebita a seguito di un’indagine condotta dal sostituto procuratore Giuseppe Riccaboni e iniziata nel 2016.
La procura deciderà se chiedere l’archiviazione o il rinvio a giudizio: gli accertamenti sono iniziati due anni fa, quando il prete ha deciso di far rientrare in Italia quei capitali prima di passare la mano al proprio successore alla chiesa della Gran Madre. Quest’ operazione ha dato il via agli accertamenti della Guardia di Finanza, a cui è seguito il sequestro dell’importante somma di denaro.
In seguito all’ultima riforma del reato di appropriazione indebita, per poter indagare è necessario che le persone offese sporgano querela. Per questo motivo la parrocchia della Gran Madre di Dio ha sporto denuncia contro il sacerdote che l’aveva retta per più di vent’anni, precisamente dal 1984.
Il conto corrente, è giusto dirlo, sarebbe stato aperto per mettere al sicuro i risparmi e il prete non avrebbe mai effettuato alcun prelievo.
“Abbiamo fatto il possibile per tutelare la parrocchia – ha dichiarato alla Repubblica l’avvocato Simone Vallese, che tutela gli interessi della Gran Madre di Dio – “L’interesse che abbiamo perseguito è stato realizzato in virtu’ della collaborazione con procura e indagati”