29/05/2022

In Piemonte il primo Recycling Hub italiano: come riciclare tonnellate di rifiuti tessili. Il grande progetto

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Realizzare nel cuore del Piemonte industriale e laniero un’opera di rilevante importanza strategica, capace di rispondere ai criteri e agli standard di economia circolare fissati dall’Unione Europea nell’ambito del Green Deal: è l’obiettivo del Protocollo d’intesa per la costituzione del primo Recycling Hub italiano – promosso dall’ Assessorato regionale all’Istruzione Formazione Lavoro sottoscritto da un partenariato pubblico-privato costituito da Provincia di Biella, Confindustria Piemonte, Unione Industriale Biellese, Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte, Ires Piemonte, Its Tam, Po.in.tex, Stiima Cnr, Associazione Tessile Salute.
Il progetto, già assunto con una deliberazione della Giunta regionale, si colloca nell’alveo dell’iniziativa varata da Euratex, l’Associazione paneuropea che riunisce le confederazioni rappresentative degli interessi delle imprese operanti a livello europeo nel settore del tessile, abbigliamento e moda, e mira a offrire una soluzione innovativa e sostenibile al problema dei rifiuti tessili prodotti dalle industrie di settore.
A oggi, il tradizionale modello di business lineare seguito nel comparto tessile comporta un elevato consumo di materie prime e la conseguente produzione di rifiuti, con significative ricadute in ‘termini di impatto ambientale. La produzione e il consumo di capi d’abbigliamento appare raddoppiata nel corso degli ultimi 15 anni, generando grandi quantità di rifiuti: dal 2014 al 2019, ilvolume di rifiuti tessili raccolti è passato da circa 2 milioni di tonnellate a circa 2,8 milioni, e le stime parlano di un incremento ulteriore entro la fine del 2024, quando la legislazione europea sulla gestione e raccolta differenziata dei rifiuti tessili entrerà a regime.

In meno di quattro anni, un volume di rifiuti tessili fra le 4,2 e le 5,5 tonnellate sarà oggetto di raccolta, separazione e riciclo.
Pur investendo nell’introduzione di modelli circolari nelle proprie produzioni, le aziende incontrano barriere sia tecnologiche sia finanziarie che non possono affrontare e superare da sole.
Proprio per convertire la gestione dei rifiuti tessili da problema in opportunità, la confederazione europea di rappresentanza delle associazioni imprenditoriali degli operatori nel settore moda, tessile e abbigliamento ha deciso di varare l’iniziativa dei ReHubs: cinque in tutta Europa, da realizzarsi nei cinque Paesi individuati idonei a ospitarli (Belgio, Finlandia, Germania, Spagna e appunto l’Italia).
I ReHubs consentiranno la creazione di un nuovo mercato europeo delle materie prime seconde, con un risparmio dei costi aggiuntivi correlati alla gestione dei rifiuti. Creeranno e diffonderanno informazione e conoscenza sui prodotti tessili, sul design di prodotto, sui modelli di riciclo, getteranno le basi per una migliore cooperazione tra produttori e acquirenti, creando infine nuova occupazione nel settore dell’economia verde: si stima che ogni 1000 tonnellate di rifiuti tessili raccolti, separati e trattati verranno create almeno 20 nuove posizioni lavorative, fino a raggiungere
un picco di 120.000 nuove assunzioni in tutta Europa.

Cos’è e come funziona un Recycling Hub
Un recycling hub (o ReHub) è un ecosistema industriale progettato sotto forma di centro di coordinamento, a livello europeo, adibito alla gestione integrale di numerosi e diversificati flussi di rifiuti tessili, nonché alla fornitura di servizi e soluzioni tecnologiche avanzate in funzione dei fabbisogni e delle esigenze delle aziende di settore.

Il bacino di mercato che si prevede verrà soddisfatto potrà avere un’estensione transfrontaliera e si baserà tanto su impianti esistenti quanto su impianti di nuova costruzione. Una piattaforma digitale di nuova creazione, comune ai cinque ReHubs previsti in Europa, assicurerà il coordinamento e la
conservazione dei dati raccolti, mettendo a disposizione delle aziende e degli operatori per lo smaltimento dei materiali di scarto e per l’acquisto eventuale di nuove materie prime uno sportello unico, garantendo così anche uno scambio di buone pratiche fra i partenariati a capo dei vari
ReHubs.
Investimenti e operatori
Gli investimenti previsti si traducono in 22 milioni di euro di cui 15 per la realizzazione del centro e 7 milioni per l’operatività dei primi 4 anni intesi come costi operativi (personale e​ spese) nel tempo di avviamento in attesa dell’entrata in vigore del modello EPR (Responsabilità Estesa del Produttore) che, a regime, dovrebbe finanziare tutti i costi degli operatori della filiera del riciclo. Numerosi gli operatori della filiera tessile coinvolti nelle operazioni sostenute da un ReHub: aziende attive nei settori della filatura, tessitura, tintoria e finissaggio, della moda e della distribuzione; ma anche fornitori di soluzioni tecnologiche e produttori di macchinari tessili; operatori della raccolta dei materiali tessili a fine vita; selezionatori; addetti alle operazioni di cernita automatizzata e del riciclo chimico e meccanico, organizzazioni del Terzo Settore ed enti locali come i Comuni.
Oltre il concetto di mero riciclo: da recycling ad upcycling
La visione è quella di trasferire nella nostra Regione un’opera da realizzarsi per soddisfare appieno i fabbisogni di un mercato nascente, quale appunto è quello del riciclo delle materie tessili oggi destinate al conferimento in discarica ponendosi ad uno stadio avanzato sia in termini di processi, sia in termini di investimenti, ma soprattutto in termini di upgrade tecnologico , in grado di sostenere operazioni complesse di raccolta, separazione e differenziazione, garantendo l’elevata qualità certificata del prodotto finito, la circolarità dei processi in tutte le fasi del processo produttivo, la riduzione delle emissioni inquinanti, l’estensione del ciclo di vita delle materie prime recuperate e reimpiegate in nuovi processi e prodotti, l’investimento in ricerca e sviluppo,
anticipando in tal modo il fabbisogno di nuove competenze e la creazione di nuovi posti di lavoro
ltamente qualificati. Considerare ciascuno di questi fattori in modo differenziato, gestendo per ciascuno di essi un processo ad hoc, si traduce nel superamento del tradizionale concetto di recycling hub per approdare a un più innovativo concetto di upcycling hub.

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