
In Piemonte riappare un capolavoro nascosto da 3 secoli – Visibile grazie al restauro: “Nessuno lo ammirava dal Seicento”
Per oltre trecento anni, il Polittico della Madonna del Rosario realizzato da Oddone Pascale è rimasto nascosto alla vista, celato dietro un altare barocco che ne aveva cancellato l’immagine agli occhi del pubblico. Oggi, grazie a un accurato intervento di restauro, l’opera torna finalmente a essere osservata nella sua interezza, restituendo un tassello prezioso della produzione artistica del Rinascimento saluzzese. Nel mese di ottobre sono stati presentati i risultati dell’intervento conservativo sul grande complesso datato 1535, un tempo collocato nella chiesa di San Giovanni, antica sede dei Domenicani e luogo di sepoltura dei marchesi di Saluzzo.
Un tempo il polittico si apriva rivelando la scena della Madonna del Rosario affiancata dai santi Domenico e Giovanni, alla presenza del marchese Francesco di Saluzzo e della sua corte. Nei pannelli dorati laterali trovavano spazio i Misteri del Rosario e gli episodi biblici di Ester e Giuditta, considerati prefigurazioni della figura mariana. Nella predella, Pascale aveva raffigurato con grande accuratezza l’assedio del 1487, evento dal quale la città sarebbe stata salvata grazie all’intercessione della Vergine e del beato Stefano Bandelli: una veduta minuziosa in cui ancora oggi è possibile riconoscere il profilo urbano.
La sorpresa maggiore, tuttavia, è emersa durante il restauro condotto dal Centro Conservazione e Restauro della Venaria Reale sotto la supervisione della Soprintendenza: dopo secoli, è riapparso il lato “feriale” del polittico, nascosto dal 1668. Sono così tornate visibili figure monocrome – l’Annunciazione, i Profeti e Dio Padre – caratterizzate da un tono sobrio che contrasta la vivacità del lato festivo. L’operazione, sostenuta economicamente dal Ministero della Cultura, restituisce un manufatto di grande complessità e ne ricostruisce la storia devozionale.
Nell’attesa della sua ricollocazione nella cappella del Rosario, l’opera è ora esposta al Museo Diocesano, dove il pubblico può osservarne da vicino i dettagli ritrovati.