
Intesa Sanpaolo è la prima banca italiana a investire sul bitcoin – La novità nel mondo delle criptovalute

Intesa Sanpaolo è la prima banca italiana a investire sul bitcoin – La novità nel mondo delle criptovalute
Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ha confermato che la banca è diventata la prima in Italia a investire in Bitcoin, dopo indiscrezioni sull’acquisto di 11 Bitcoin per un valore di circa un milione di euro. L’operazione rappresenta un esperimento limitato, considerando che il portafoglio titoli complessivo della banca ammonta a 100 miliardi di euro.
Un’iniziativa pilota
Messina ha spiegato che questa mossa è principalmente un test per valutare le potenzialità dei canali digitali e per prepararsi a soddisfare eventuali richieste da parte di clienti istituzionali o molto sofisticati. Il banchiere ha ribadito che tale forma di investimento dovrebbe essere riservata a professionisti altamente qualificati e istituzionali, sottolineando che lui stesso non investe in Bitcoin.
Le indiscrezioni sull’acquisto sono emerse il 13 gennaio tramite la diffusione sui social di una mail interna firmata da Niccolò Bardoscia, responsabile dei Digital Assets Trading & Investments di Intesa Sanpaolo. La comunicazione confermava il completamento del primo trade di Bitcoin da parte della banca, eseguito attraverso l’infrastruttura di Boerse Stuttgart Digital, piattaforma istituzionale della Borsa di Stoccarda.
L’acquisto di Bitcoin da parte di Intesa Sanpaolo segna un momento significativo, poiché è la prima volta che una banca italiana effettua un’operazione di questo tipo. Secondo alcuni analisti, questo riflette un cambiamento nell’atteggiamento delle autorità italiane verso le criptovalute, in parte favorito dall’entrata in vigore del regolamento europeo MiCAR, che disciplina le cripto-attività.
L’iniziativa arriva in un contesto globale di crescente attenzione verso le criptovalute, mentre negli Stati Uniti si preannuncia un cambio di politica con l’imminente insediamento di un’amministrazione che punta a fare del Paese un hub per il settore. Pur essendo un investimento limitato, l’operazione rappresenta un passo simbolico per il sistema bancario italiano verso un approccio più aperto alle criptovalute.