06/07/2019

Sport

La favola di Giulia e del suo ‘principe azzurro’ Tommaso – Da Torino a Wimbledon, l’impresa della tennista torinese

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Da Torino al campo più prestigioso del mondo, il tempio del tennis di Wimbledon, contro un fenomeno di tutti i tempi come Serena Williams.
Il campo centrale, gremito in ogni ordine di posti, è esploso in un applauso scrosciante martedì 2 Luglio, al termine della grande prestazione della tennista torinese Giulia Gatto-Monticone, che ha realizzato un grande sogno dopo una carriera in cui non sono mancate le difficoltà.
La storia di Giulia Gatto-Monticone, con l’apice della sua importantissima prestazione sulla ‘sacra’ erba di Wimbledon, è infatti una sorta di favola, un esempio per tutti coloro che praticano lo sport, ma anche per tutti coloro che hanno un’ambizione, che coltivano sogni e non perdono la speranza di realizzarli.
Nel linguaggio sportivo si parla comunemente di ‘gettare il cuore oltre l’ostacolo’. Ma in sostanza è la volontà dell’atleta che permette di raggiungere i traguardi importanti: una volontà che deve giocoforza unirsi alla passione, all’impegno e al sacrificio. Qualità che si innestano sulla base del talento, da cui non si può prescindere.
E’stato duro il lavoro di Giulia Gatto-Monticone, classe 1987, da 4 anni allenata da Tommaso Iozzo,  molto di più di un allenatore: Tommaso è infatti il compagno di Giulia e, come se non bastasse, svolge anche la professione di psicologo e psicoterapeuta a Torino (oltre ad essere maestro di tennis alla Sisport Torino).
Insomma, un sostegno probabilmente fondamentale per Giulia che solo fino a pochi anni fa, a causa di problemi fisici, era scivolata al 500esimo posto, alla periferia estrema del tennis che conta, tanto che ormai era ad un passo dal ritirarsi dalle scene.
Ma dalla ‘periferia’ è iniziata una lenta e inesorabile risalita.
” Non è stato un percorso facile – racconta Tommaso , intervistato in esclusiva da Torinonews24. “In molti, nella condizione di Giulia, avrebbero scelto strade diverse e magari di lasciare lo sport. Ma il nostro impegno per risalire in classifica e recuperare uno spazio importante è stato quotidiano. Io, come la mia professione lascia immaginare, mi occupo molto anche dell’aspetto mentale che precede e coincide con la performance sportiva. In questi 4 anni abbiamo lavorato molto con Giulia e i risultati si stanno vedendo”.
Il momento è d’oro, infatti, per Giulia Gatto-Monticone, che negli ultimi due anni, precisamente da marzo 2017, ha portato a casa ben 6 tornei: tre in singolo e tre in doppio. L’ultima vittoria in singolo a marzo, al Fuji Yakuhin Women’s Cup di Kōfu.
Poi è arrivata la giornata forse più importante della sua carriera. Qualificata al torneo più prestigioso al mondo, Wimbledon, la sorte l’ha portata ad affrontare un avversario impossibile. Ma è stata una sorte dalla doppia faccia, perché Giulia ha avuto l’opportunità di sfidare la tennista più importante del mondo nel campo più prestigioso che esista.
Sul campo centrale di Wimbedon, Gatto-Monticone ha affrontato Serena Williams davanti a oltre 15.000 persone.
La domanda a Tommaso Iozzo è d’obbligo: come si prepara un match di tale importanza, contro un avversario di questa grandezza?
” Il nostro approccio alla gara ha previsto un’importante lavoro psicologico – risponde Tommaso – “Le difficoltà erano principalmente due per Giulia: la forza dell’avversario e il contesto da brividi: il campo centrale del torneo più prestigioso, con oltre 15.000 persone sugli spalti e spettatori di tutto il mondo, a milioni, davanti alla tv. Abbiamo lavorato ancora una volta sulla respirazione, sul ‘mindfulness’, sulla capacità di resistere alla pressione ambientale con l’obiettivo di mantenere un valore tecnico importante, giocando, appunto, sotto una grande pressione. Di primaria importanza per Giulia era inoltre la capacità di restare in partita: contro un avversario di questo calibro il rischio di un’ “imbarcata” era dietro l’angolo. E andare sul 5-0 dopo 14 minuti non è stata una bella premessa“.
Ma a questa premessa è seguito un riscatto della tennista torinese, premiata dalla sua forza di volontà e dal suo talento in campo. Il match con Serena Williams si è chiuso infatti col punteggio di 6-2 7-5 per l’americana: un’ ora e 21 di gara e più di metà gara giocata da Gatto Monticone alla pari contro un fenomeno del tennis di ogni tempo: un risultato eccellente per l’atleta torinese.
” Giulia è uscita a testa altissima dal Torneo – continua Tommaso – “Abbiamo ricevuto i complimenti di Kate Middleton, di tantissimi addetti ai lavori e che emozione vedere il campo centrale scrosciare di applausi per lei“.
Un risultato che ora regala ottimismo per il futuro.
” Certo, il match con Serena Williams ci dà grande fiducia ed è un’ulteriore conferma delle grandi potenzialità di Giulia, che adesso punta ad entrare nei primi 100 del mondo” (oggi è numero 150 del ranking mondiale, ndr).
Ma l’atleta è anche un orgoglio della città di Torino.
Giulia è nata a Torino, vive da sempre a Castiglione Torinese ed è molto legata al capoluogo piemontese. Una grande atleta, cresciuta sul territorio, e premiata nel 2018 con la Pergamena d’Oro, il premio conferito a chi si distingue fra i torinesi per risultati sportivi, cosa che Giulia ha fatto a livello internazionale.
” Giulia è moto legata a Torino e anch’io, toscano di nascita, mi considero ormai un torinese d’adozione – conclude l’allenatore – “Qua ho terminato l’università e ho iniziato i miei primi lavori: a questa città mi legano tanti fattori, e in particolare il lato affettivo, dal momento che Giulia è la mia compagna. Lei ha avuto la fortuna di crescere qua. Solitamente chi pratica il tennis a livelli professionistici va via di casa a 14 anni e ci ritorna a 35, a fine carriera. Giulia invece, molto legata alla famiglia, non si è voluta allontanare, ha utilizzato le strutture offerte dal territorio, ottenendo grandi risultati: e direi che gli applausi del campo centrale inglese sono meritati”, dice sorridendo Tommaso.
Da Torino a Wimbledon, la strada è possibile?
Dalle grandi difficoltà si può rinascere con l’impegno, il talento, la giusta concentrazione e determinazione? La risposta, sul campo come nella vita, è sì.
E Giulia la scorsa settimana lo ha insegnato a tutti.
Franco Quaini

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