11/11/2018

Cronaca

La folla di Torino riaccende scontro politico – Lega “Tav va fatta”. M5S “No se porta debiti”

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Nonostante alcune gocce di pioggia che hanno bagnato la città nel corso della mattinata di ieri, è stata imponente la partecipazione dei manifestanti in piazza Castello a Torino.

Erano quarantamila presenti secondo gli organizzatori, 25mila, secondo la questura.

Comunque sia, un successo di partecipazione per l’evento organizzato nel centro di Torino dalle associazioni “Sì, Torino va avanti” e “Sì lavoro” di Mino Giachino, ex sottosegretario ai Trasporti di Forza Italia.

In piazza per gridare il proprio Sì alla Tav e contestare i No della giunta Appendino anche esponenti del Pd, di Forza Italia, Lega e Moderati, oltre a cittadini e numerose associazioni di categoria.
Proprio la presenza di esponenti della Lega ha riacceso il dibattito sulla volontà del governo gialloverde di portare avanti l’opera.

Matteo Salvini si è posto su una posizione più conciliante col contratto di governo, pur restando favorevole all’opera:
Se c’è in corso un’analisi costi-benefici, aspettiamo che gente più competente di me dica se costa di più andare avanti o tornare indietro. In linea di principio, vale per la Pedemontana, per la Tav, il Terzo Valico – ha detto il vicepremier commentando la manifestazione di Torino e ha aggiunto:
“Io sono sempre convinto che un’opera cominciata è sempre meglio finirla. Però nel contratto c’è l’analisi e aspettiamo i risultati“.

Più convinto il ministro dell’Agricoltura della Lega Gian Marco Centinaio: “Sono convinto che la Tav sia una struttura che serve e secondo noi della Lega la Tav si fa” – ha dichiarato.

La risposta pentastellata non è tardata ad arrivare. Manlio Di Stefano, sottosegretario M5S agli Affari esteri, ha commentato la giornata di Torino: “Fondamentale la democrazia ,così come la partecipazione, ma bisogna essere sinceri con i cittadini. Chi sostiene il governo in carica deve ricordare ai torinesi che stiamo valutando costi-benefici dell’opera, come si può leggere nel contratto. E se l’analisi ci dirà che fare l’opera è un sacrificio economico, e dunque comporterà un grosso debito per il Paese, l’opera chiaramente non si farà”.

Insomma lo scontro sulla Tav è quanto mai aperto, anche all’interno del governo.

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