14/01/2022

Cronaca

L’allarme dei chirurghi “Molte attività sono ferme per il Covid, terrificanti le liste d’attesa”

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Covid: “Molte attività sono ferme, terrificanti le liste d’attesa”. E’ l’allarme lanciato dai chirurghi che in una situazione d’emergenza chiedono l’aumento del personale:

“Solo con più personale e risorse in un anno possiamo recuperare il 70% degli interventi, l’altro 30% da smaltire nel 2023”. Così Marco Scatizzi, presidente dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi), che ha fatto il punto della situazione con l’Andkronos. La preoccupazione è molta, per l’aggravarsi della situazione epidemiologica legata alla pandemia Covid

“L’attività chirurgica programmata negli ospedali pubblici italiani – ha spiegato Scatizzi ad Andkronos – “è di fatto ferma, limitata agli interventi d’urgenza o a salvaguardare quelli oncologici non rimandabili. Ma in queste condizioni si sommano ritardi a ritardi, e la situazione delle liste d’attesa è terrificante. Se una operazione programmata alla colecisti, che di norma si supera con una operazione in laparoscopia e una notte di degenza, viene rimandata per un anno o oltre – prosegue – il paziente si ritroverà con una pancreatite. Una condizione che può diventare invalidante. Quindi abbiamo oggi malattie benigne che si trasformano in patologie letali”.

 “Il finanziamento ad oggi non ha coperto la stabilizzazione degli infermieri e dei medici che sono stati assunti per l’emergenza – ha aggiunto ad Andkronos il presidente Acoi – Se avessimo dato una programmazione certa a queste risorse umane, forse oggi non saremmo in queste condizioni”.

Come ridurre i tempi ‘mostruosi’ delle liste d’attesa?

“Se il ministro della Salute, Roberto Speranza, e le Regioni investono oggi in quello che chiediamo, ovvero più operatori (infermieri, anestesisti, chirurghi) e nelle strutture, in un anno possiamo recuperare il 70% degli interventi rimandati – conclude Scatizzi – Mancherebbe un 30% che si può smaltire nel 2023 se riprendiamo a regime e non ci sono ulteriori problemi”.

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