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23/06/2024
Territorio
Lavoro, ecco i laureati più richiesti dalle aziende (e che non riescono a trovare). Lo studio
Lavoro, le imprese a caccia dei quasi 800mila laureati – Ecco i più richiesti
Le aziende italiane stanno cercando di assumere 768.000 laureati nel 2023, ma trovano difficoltà nel reperirne quasi 376.000, specialmente ingegneri, medici e paramedici.
E’ quanto emerge dal Sistema informativo Excelsior che Unioncamere realizza in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Lo stuio riguarda le opportunità di lavoro per i laureati, analizzate insieme ad AlmaLaurea nel volume ‘Laureati e lavoro’.
Ecco i dati più importanti
I corsi di laurea più richiesti sono quelli in economia (223.000 contratti previsti), ingegneria (162.000), insegnamento e formazione (117.000), sanitario e paramedico (62.000), e scientifico-matematico-fisico-informatico (56.000).
Le difficoltà di reperimento sono dovute principalmente a un “gap di offerta” (62,9%), ovvero un numero insufficiente di candidati disponibili. Le difficoltà legate al “gap di competenze” (29,3%) sono meno rilevanti.
Professioni più Difficili da Trovare
Le professioni ingegneristiche, mediche e paramediche sono le più difficili da reperire, con particolari difficoltà per ingegneri elettrotecnici (90,6%), ingegneri dell’informazione (80,7%), infermieri e ostetriche (80,3%), tecnici di reti telematiche (74,5%), farmacisti (73,1%), specialisti in terapie mediche (71,4%), medici generici (70,9%) e amministratori di sistemi (69,8%).
Secondo AlmaLaurea, il tasso di occupazione a un anno dalla laurea è del 75,4% per i laureati di primo livello e del 77,1% per quelli di secondo livello. A cinque anni dal conseguimento del titolo, i tassi di occupazione aumentano al 92,1% per i laureati di primo livello e all’88,7% per quelli di secondo livello.
Indirizzi con Maggiore Occupabilità
Gli indirizzi con i tassi di occupazione più alti a cinque anni dalla laurea sono ingegneria elettronica e dell’informazione (96,2%), statistica (95,8%), ingegneria industriale (95,6%), altre ingegnerie (95,0%) e l’area scientifica, matematica, fisica e informatica (92,6%).
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