Lo chef Borghese parla ai giovani e scoppia la polemica: “Vuoi diventare come me? Devi spaccarti la schiena. Oggi i ragazzi preferiscono sballarsi nei week end”
“Vuoi diventare Alessandro Borghese? Devi lavorare sodo. A me nessuno ha mai regalato nulla”, lo dichiara il famoso chef in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
“Mi sono spaccato la schiena io, questo lavoro che è fatto di sacrifici e abnegazione. Ho saltato le feste di compleanno delle mie figlie, gli anniversari con mia moglie. Ho nuotato con una bracciata sempre avanti agli altri perché amo il mio mestiere” – ha aggiunto Borghese che non risparmia un appunto ai ragazzi di oggi, spingendoli al sacrificio: “Oggi i ragazzi preferiscono tenersi stretto il weekend con gli amici. E quando decidono di provarci, lo fanno con l’arroganza di chi sente arrivato e la pretesa di ricevere compensi importanti da subito”.
“Sa che cosa è successo lo scorso weekend? – ha dichiarato Borghese al suo intervistatore – “Quattro defezioni tra i ragazzi della brigata, da gestire all’ultimo minuto, e nessuno disposto a sostituire. Così a cucinare siamo rimasti io e il mio braccio destro: 45 anni io, 47 lui. Oggi chi si affaccia a questa professione vuole garanzie. Stipendi più alti, turni regolamentati, percorsi di crescita. In cambio del sacrificio di tempo, i giovani chiedono certezze e gratificazioni”.
Le parole di Borghese hanno scatenato reazioni fra i giovani, accusati di pigrizia: “La gestione delle risorse umane da parte di molti ristoratori/albergatori è pessima: mi sono ritrovato in cucine con cappe non funzionanti e malattie non pagate, con compenso giornaliero che diviso nelle ore da me effettuate giornalmente arrivava a 2,50€ all’ora… Le colpe ci sono da tutte le parti”, si legge fra i commenti.
Ma sotto accusa è anche la ‘posizione’ di Borghese considerata da molti privilegiata: lo chef infatti è figlio di Barbara Bouchet, la famosa attrice, non arriva certo da una famiglia proletaria:
“E allora smettete di dare paghe da fame e sfruttare i lavoratori. Vedrai come fioccano poi, ci credo che nessuno vuole lavorare nel mondo della cucina se è schiavizzato” osservano altri.
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