
“Miracolo” a Torino – Bimbo nasce sordo, ma riesce a sentire grazie ad un intervento speciale all’ospedale Martini

All’ospedale Martini di Torino è stato compiuto un intervento chirurgico straordinario: un’équipe di specialisti ha applicato un impianto cocleare a Nicola, un bimbo di soli 8 mesi nato con una grave sordità. Questa operazione, mai eseguita prima su un bambino così piccolo, è stata resa possibile grazie all’utilizzo di un innovativo sistema robotico austriaco.
L’impianto cocleare e il sistema robotico
L’impianto cocleare è un dispositivo tecnologico che consente a chi ha gravi problemi di udito di percepire i suoni. Per installarlo con estrema precisione, è stato impiegato un braccio robotico avanzato. Questo strumento è in grado di stabilire con accuratezza il percorso degli strumenti chirurgici, mantenendoli nella posizione e all’angolazione ideali. Il braccio robotico lavora con movimenti incredibilmente lenti, che possono variare tra 0,1 e 1 millimetro al secondo, riducendo al minimo i rischi e preservando le delicate strutture anatomiche del paziente.
Un team di esperti
L’intervento è stato guidato dal dottor Diego Di Lisi, responsabile della struttura di audiologia e impianti cocleari. Accanto a lui hanno collaborato altri professionisti del settore, tra cui Daniele Filippo Andrina, Roberta Barbero, Silvia Vendramin e Cristina Pasero. La squadra ha messo in campo un’elevata competenza per assicurare il successo dell’operazione.
Un momento di gioia per la famiglia
L’intervento, riuscito perfettamente, ha regalato immensa felicità ai genitori del piccolo, Giulia e Stefano. La mamma e il papà di Nicola hanno espresso gratitudine verso l’intero staff medico per l’attenzione e il supporto ricevuti, sottolineando come il personale del reparto abbia creato un ambiente accogliente e rassicurante per loro e per il bambino.
Il dottor Di Lisi ha evidenziato l’importanza del continuo progresso nell’ingegneria biomedica, sottolineando come le tecnologie innovative in chirurgia permettano non solo di migliorare i risultati clinici ma anche di proteggere al meglio le strutture anatomiche.