23/10/2024

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Nascite in Italia, il record è ancora negativo – Crollo verticale: 200 mila bambini in meno in 15 anni

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Nascite in Italia, il record è ancora negativo – 200 mila bambini in meno in 15 anni

Nel 2023, il numero delle nascite in Italia ha raggiunto un nuovo minimo storico, con soli 379.890 bambini nati, un calo di 13.000 rispetto al 2022, pari al 3,4% in meno.

Questa tendenza negativa è parte di un declino demografico in corso da diversi anni, accentuato dalla diminuzione del tasso di fecondità, che è sceso a 1,20 figli per donna rispetto a 1,24 del 2022. Il confronto con il 2008, anno in cui si registrarono più nascite nell’ultimo ventennio, evidenzia una perdita di quasi 200.000 neonati (-34%).

L’Istat, nel suo rapporto sulla natalità e fecondità della popolazione, ha rilevato che questo calo non riguarda solo le famiglie italiane, ma anche quelle straniere, con una riduzione delle nascite da 82.216 nel 2022 a 80.942 nel 2023. Anche l’età media delle neomamme continua a salire, passando da 28 anni nel 1995 a 31,7 anni per il primo figlio nel 2023, con una media di 32,5 anni per tutte le nascite. Le donne italiane, in particolare, hanno il primo figlio più tardi (33 anni) rispetto alle straniere (29,7 anni). Inoltre, il 42% dei bambini è nato fuori dal matrimonio, un dato in costante aumento.

Per contrastare questa crisi demografica, il governo ha messo in campo una serie di misure nella manovra finanziaria. Tra queste spicca il nuovo bonus bebè da mille euro, destinato ai neo-genitori con un Isee fino a 40.000 euro, e il potenziamento del bonus nido. Inoltre, è stato introdotto un mese aggiuntivo di congedo parentale retribuito all’80% e un nuovo bonus mamma per il 2025 per le madri con almeno due figli, uno dei quali sotto i dieci anni. Anche la decontribuzione per le lavoratrici madri con più figli è stata ampliata, e dal 2025 riguarderà anche le lavoratrici autonome.

Infine, verrà introdotto il quoziente familiare, un sistema che favorirà le famiglie numerose e meno abbienti nel calcolo delle detrazioni fiscali, penalizzando invece single e coppie senza figli. L’assegno unico non sarà più considerato nel calcolo dell’Isee, mentre i fringe benefits per i genitori con figli a carico raddoppieranno, arrivando a un massimo di 2.000 euro.

 

 

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