23/09/2023

Territorio

Nel Torinese il nuovo Cpr del Piemonte: ospiterà 2mila migranti. E scoppia la polemica

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Nel Torinese il nuovo Cpr del Piemonte: ospiterà 2mila migranti. E scoppia la polemica

Il Governo avrebbe individuato la Riserva Naturale della Vauda come sito principale per la costruzione di un nuovo Centro di Permanenza e Rimpatrio (CPR) nella regione del Piemonte. Questa decisione arriva a seguito del varo del decreto Legge Sud e prevede la realizzazione della struttura entro quattro mesi dalla sua approvazione.

Il CPR dovrebbe sorgere all’interno del perimetro precedentemente occupato dal poligono militare di Lombardore, coinvolgendo direttamente o indirettamente diversi comuni circostanti, tra cui Lombardore, San Francesco al Campo, Cirié, San Carlo, Front, Nole, Mathi, Rivarossa, Volpiano, San Benigno e Bosconero. Questa decisione avrà ricadute significative sull’intera area del Basso Canavese.
La nuova struttura è progettata per ospitare fino a duemila migranti e prevede un periodo massimo di trattenimento che va da 6 a 18 mesi. La scelta della Vauda è stata guidata dalla necessità di posizionare il CPR in una zona relativamente lontana dai centri abitati, in conformità con i nuovi requisiti stabiliti dal decreto Sud.

Nonostante il vecchio CPR di Corso Brunelleschi a Torino sia attualmente in fase di ristrutturazione, sembra che non sia in grado di soddisfare i nuovi protocolli e le direttive imposte dal governo di Giorgia Meloni, rendendo necessaria la creazione di una nuova struttura.

La rete di accoglienza di questo tipo sarà potenziata dal Genio Militare, che realizzerà nuove strutture in diverse località in tutto il territorio nazionale. Tali zone dovrebbero caratterizzarsi per una “bassissima densità abitativa” e una facilità di perimetrabilità e sorveglianza, con l’obiettivo di ridurre al minimo il disagio per la popolazione locale.

Tuttavia, nelle ultime 24 ore, numerosi amministratori locali, sindaci e presidenti di regione hanno manifestato preoccupazioni riguardo all’insediamento di tali strutture sui loro territori. Queste preoccupazioni non riguardano solo esponenti politici legati all’opposizione, ma anche sindaci e governatori di partiti di centro-destra.

In sintesi, la decisione di realizzare un nuovo CPR nella Riserva Naturale della Vauda nel Piemonte ha suscitato reazioni contrastanti tra gli amministratori locali e i governatori regionali, con una crescente preoccupazione riguardo alle implicazioni e alle sfide associate a tali strutture.

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