
Piemonte – In ben 126 comuni hanno aperto Zero imprese nel 2024. “Neanche un bar, è record nazionale”
Il Piemonte e la crisi delle nuove attività: un fenomeno in crescita
Oltre al declino demografico – con una perdita di 5.000 abitanti rispetto al 2021 – anche l’imprenditoria soffre. Secondo i dati raccolti da Movimprese-Unioncamere, per la prima volta analizzati in modo approfondito, il Piemonte detiene un triste primato a livello nazionale: è la regione con il maggior numero di comuni in cui non è nata nessuna nuova impresa nell’ultimo anno.
Più di 100 comuni senza nuove attività
Nel 2024, in 126 comuni piemontesi – oltre il 10% del totale – non è stata avviata nemmeno un’attività commerciale, che si tratti di un bar, un negozio o una panetteria. Il fenomeno della desertificazione economica si sta aggravando sia a livello locale che nazionale. Per avere un’idea dell’evoluzione di questa tendenza, basta guardare i dati degli ultimi decenni: nel 2004 in tutta Italia si contavano 212 comuni senza nuove imprese. Nel 2014 il numero è salito a 374.
Quindi, nel 2024, si è arrivati a 478 comuni senza nuove aperture, di cui uno su quattro si trova in Piemonte
Le cause del fenomeno
Il Piemonte è la regione italiana con il maggior numero di comuni, e questo fattore contribuisce in parte a spiegare il primato. Tuttavia, secondo Marco Bussone, presidente di Uncem (Unione delle Comunità Montane), non è sufficiente accettare il fenomeno come inevitabile.
«Il problema non si risolve semplicemente unendo i piccoli comuni, come è avvenuto in Trentino-Alto Adige», spiega Bussone al Corriere della Sera. «Bisogna piuttosto introdurre una fiscalità agevolata per incentivare nuovi investimenti e rendere più attrattivi questi territori».
Un problema strutturale
Il calo delle nuove imprese riflette un fenomeno più ampio di spopolamento e difficoltà economiche, che colpisce in particolare le aree montane e rurali. Senza incentivi concreti per favorire nuove aperture, il rischio è che intere zone del Piemonte e del resto d’Italia vedano una progressiva scomparsa delle attività economiche, con conseguenze negative per l’occupazione e la qualità della vita delle comunità locali.