26/09/2018

Cronaca

“Quando il bullo incontra la sua vittima” – Intervista a Barbara Azzarà, Consigliera all’Istruzione

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Esiste un Ente importante a Torino, che spesso resta ingiustamente nell’ombra per il mondo dell’informazione, nonostante le numerose attività e l’impegno dei suoi protagonisti.
E’ il Consiglio della Città Metropolitana, un organo ben radicato sul territorio che si occupa per la provincia di Torino di educazione, istruzione, diritti sociali e parità. Ma anche di welfare, turismo, lavori pubblici e infrastrutture, sviluppo economico e montano, trasporti e molto altro.
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Fra i consiglieri delegati di quest’organo provinciale è costante l’impegno di Barbara Azzarà, insegnante di matematica al liceo, che in Consiglio metropolitano si occupa di istruzione, orientamento e formazione professionale, sistema educativo e politiche giovanili.

L’abbiamo intervistata concentrandoci in particolar modo su un tema attuale molto sentito, in relazione alle politiche giovanili ed educative, come il bullismo.

Dottoressa Azzarà, qual è il suo ruolo all’interno del Consiglio?
“Mi occupo di Istruzione – esordisce Barbara Azzarà – Sono consigliera delegata della Città Metropolitana e lavoro durante l’anno insieme ad insegnati e studenti. I nostri progetti sono spesso in sinergia con il CeSeDi, il Centro Servizi Didattici, un’organizzazione che è giusto considerare un vero fiore all’occhiello della nostra Regione per il sistema scolastico e dell’ istruzione.

 

Cos’è il CeSeDi e di cosa si occupa?

Il Centro Servizi Didattici – risponde Azzarà – nasce nella metà degli anni ’80 con l’obiettivo di offrire opportunità formative a docenti e studenti, come l’ integrazione della didattica curricolare ed extracurricolare. Il Centro offre anche strumenti per la progettazione didattica e servizi a supporto delle autonomie scolastiche. Nasce rivolgendosi principalmente alle scuole secondarie di secondo grado dell’area metropolitana di Torino, ma si è aperto negli ultimi anni anche agli altri ordini di scuola. Da un anno e mezzo con il CeSeDi svolgiamo anche corsi formazione con attestati di riconoscimento da parte del Ministero dell Istruzione. Io stessa mi sono formata in passato anche attraverso questi corsi e posso dire sinceramente che per qualità e competenza il CeSeDi è una struttura che forse può vantare solo la nostra Provincia”.

 

Passiamo ad un tema scottante per le politiche giovanile ed educative come quello del bullismo. Fenomeno forse sempre esistito ma che oggi trova forme nuove di violenza, magari anche alimentate dai social network o dall’informazione. Come agisce l’ente Metropolitano per contrastare questo fenomeno?

“Il nostro impegno per combattere il bullismo è continuo – risponde la consigliera delegata – Sempre attraverso il CeSeDi e in sinergia con il settore delle politiche giovanili abbiamo lavorato su questo fenomeno. E’ chiaro che secondo il nostro punto di vista combattere il bullismo vuol dire agire su più piani e combattere per prevenire gli atti di bullismo. Il discorso è rivolto ad una sensibilizzazione generale, che deve coinvolgere allo stesso modo ragazzi, genitori e docenti.

 

In che età si verificano maggiormente episodi di violenza fra ragazzi?

“Atti di bullismo – spiega Azzarà “ si riscontrano principalmente nella scuola media.
Negli a nni della scuola superiore dovrebbe esserci già una diversa e più matura coscienza dell’ “altro” da parte dei ragazzi. Anche se episodi di questo genere sono sporadici ma non inesistenti, neppure alle superiori. Ma pensiamo che si registrano episodi limite anche alle elementari. Alla base degli atti di bullismo o di fenomeni di branco che si scagliano contro una vittima c’è sempre un discorso che riguarda una mancanza o un’inabilità a gestire la dimensione affettiva”.

 

Quali azioni o progetti state portando avanti su questo argomento?
“Siamo riusciti finalmente a realizzare un corso di formazione per docenti, molto seguito, che ha visto in questi anni la partecipazione di oltre 300 insegnanti della Provincia, realizzato in collaborazione con diverse realtà el territorio.
L’anno scorso abbiamo tenuto un convegno con il CeSedi, la Polizia di prossimità e l’ufficio scolastico territoriale. Pensiamo che la sensibilizzazione debba avvenire su varie fasce, avvalendoci anche dell’aiuto dei ragazzi più grandi che lavorano con quelli più piccoli”.

 

E i genitori che ruolo hanno in tutto questo?

“Direi fondamentale: il percorso contro il bullismo dev’essere fatto insieme alle famiglie. Spesso infatti i genitori tendono a sminuire i comportamenti del figlio bullo. Tendono a evidenziare come una bravata e non come un vero e proprio atto di bullismo ciò che viene compiuto. Non hanno spesso una percezione reale di ciò che possano comportare anche a livello di reato determinati atti”.

 

Fondamentale è anche la figura del docente.

Certamente. I docenti devono avere gli strumenti giusti ed essere in grado di mettere subito in evidenza determinati atteggiamenti: il bullismo va combattuto prima che accadano gli episodi di violenza. Ma è sempre fondamentale il discorso sulle affettività e le relazioni interpersonali, un discorso che deve avvenire su tutti i gradi di scuola non solo nella scuola media dove accadono il maggior numero degli episodi di violenza.

 

Qual’è l’ultima iniziativa della Città metropolitana su questo tema?

Nell’ultimo periodo siamo entrati in un protocollo che si chiama Sicursé e che unisce anche la Citta di Torino, il Tribunale dei Minori (che ha curato il progetto) l’Ufficio scolastico, la Polizia Postale, il nucleo di prossimità e altri soggetti.
In questo caso gli interventi sono specifici sia sulla vittima che sul bullo. Interventi sociali che portano ad un percorso sia per l”aguzzino’ che per la vittima che deve ricostruire la sicurezza di sé e la propria autostima.
Il lavoro educativo e psicologico è finalizzato in alcuni casi a far incontrare il bullo e la vittima, dopo percorsi separati. Si tratta di un progetto particolarmente interessante che sta avendo ottimi riscontri. Io che ho assistito alle varie fasi – aggiunge Azzarà – posso assicurare che sono impressionanti i risultati raggiunti. A breve infine avvieremo un’altra iniziativa che chiamerà in causa anche il settore delle Politìche sociali. Un’iniziativa a mio avviso molto importante: pubblicheremo un bando con l’obiettivo di migliorare gli sportelli psicologici di alcune scuole della Provincia e creare un pool di esperti capace di toccare tutte le sfere dell’affettività, lo strumento sicuramente più importante per combattere il bullismo”.

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