28/06/2022

Economia

Russia in default sul debito estero: è la prima volta in 100 anni

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Per la prima volta dal 1918 la Russia ha registrato il default sul debito estero. E’ quanto ha comunicato nelle ultime ore l’agenzia internazionale Bloomberg. La scorsa notte è infatti scaduto il termine di 30 giorni per il pagamento delle obbligazioni riservate a investitori esteri, per una cifra che si aggira intorno ai 100 milioni di dollari.

Un evento, spiegano gli esperti, che avrebbe, in realtà, una valenza simbolica, almeno per il momento.

“La Russia – spiega la redazione di Rai News24 – è infatti un Paese economicamente, finanziariamente e politicamente già emarginato per gran parte dell’Occidente. In più il fallimento sarebbe dovuto non alla mancanza di denaro da parte del debitore ma alla chiusura dei canali di trasferimento da parte dei creditori, per cui la Russia non può condurre quella che in altri tempi sarebbe una normale operazione finanziaria. “Chiunque può dichiarare quello che vuole e può provare ad attaccare alla Russia qualsiasi etichetta. – ha detto non a caso nei giorni scorsi il ministro delle finanze russo Anton Siluanov – Ma chiunque capisca la situazione sa che non si tratta in alcun modo di un default”.

Il fallimento era nell’aria da quando il Tesoro degli Stati Uniti aveva dato lo stop anche all’ultimo canale a disposizione del Cremlino per onorare il debito in valuta estera, il suo conto presso JPMorgan.

La situazione è complessa: “Mosca – spiega Ispionline.it, il sito dell’Istituto per gli Studi di politica internazionale – ” continua a ricevere circa 500 milioni di dollari al giorno dalla vendita di petrolio e gas: più che sufficienti a pagare gli interessi scaduti, non fosse per le sanzioni occidentali. E proprio queste entrate permettono alla Russia sia di non dover emettere ulteriore debito sui mercati esteri (rendendo di fatto irrilevante il default), sia di rafforzare il rublo, che sul dollaro ha raggiunto i massimi dal 2015.  Il default renderà più difficile ottenere credito all’estero in futuro. Il valore del rublo è altrettanto irrilevante, dal momento che le importazioni russe sono crollate. E l’economia russa continua ad andare a picco, con un’inflazione galoppante (+17% nel 2022) e una recessione attesa dell’8%, la peggiore da decenni”.

Secondo il capo di Sberbank (la più grande banca russa) la Russia uscirà da questa recessione soltanto in dieci anni.

“Ma è tutto il mondo – conclude Ispionline.it – “a rischiare di restare impigliato nelle secche degli alti prezzi di energia e materie prime, causati proprio dall’invasione russa e, adesso, peggiorati dalle sanzioni occidentali. Certo, c’è chi ci guadagna, come Cina e India che possono comprare il petrolio a sconto sui mercati internazionali. Ma c’è anche chi ci perde: il prezzo del gas in Europa è ai massimi da marzo e sette volte più alto che in tempi normali. Mentre a porre un freno alla cavalcata dei prezzi ci pensa, al massimo, l’aumentato rischio di una recessione negli Stati Uniti e in Europa”.

Nella tabella il Valore dei CDS sui bond russi a 5 anni, fonte: elaborazioni ISPI su dati Investing.com

 

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