S&P – Ecco i migliori titoli e i peggiori del 2023: la classifica

07/01/2024

S&P – Ecco i migliori titoli e i peggiori del 2023: la classifica

Il 2023 si chiude positivamente per Wall Street, nonostante le iniziali preoccupazioni legate all’aumento dei tassi di interesse. S&P 500 ha guadagnato il 24%, mentre il Dow Jones Industrial Average ha registrato un aumento del 14%. Il Nasdaq Composite ha segnato la migliore performance dal 2020, con un incremento del 43%, sebbene sia ancora al di sotto del massimo storico del novembre 2021.

L’economia statunitense è stata sostenuta da un mercato del lavoro resiliente e una spesa al consumo robusta, beneficiando dal calo dell’inflazione. Nonostante un leggero ribasso nell’ultima seduta dell’anno, gli indici principali hanno chiuso in territorio positivo.

I “Magnifici 7” (Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Nvidia, Meta Platforms e Tesla) hanno dominato l’S&P 500, con guadagni superiori al 100%. Nvidia ha registrato la migliore performance, con un aumento del 246%, seguita da Meta (+184%) e Tesla (+130%).

“In un anno complessivamente positivo – spiega Italia-informa.com – ” gli analisti sottolineano alcune performance, significative soprattutto per il contesto in cui sono maturate. Come i +220% che hanno registrato le azioni di Duolingo, app per l’apprendimento delle lingue che aveva registrato un’enorme crescita durante la pandemia e che non ha rallentato la sua corsa dalla quotazione in borsa nel luglio 2021. Bene anche il titolo Abercrombie & Fitch, che ha chiuso in rialzo del 274%, l’anno migliore di sempre. Enorme il rialzo – + 522% – delle azioni dello sviluppatore di farmaci antitumorali ImmunoGen, dopo che AbbVie ne ha annunciato a fine novembre l’acquisizione per 10 miliardi. Ma non per tutti il 2023 è andato bene. Una delle peggiori prestazioni del 2023 nell’indice S&P 500 è stata quella di Enphase Energy, che ha perso il 48% durante l’anno, anche per il calo della domanda di pannelli solari seguito all’aumento dei tassi di interesse. Meno 44% invece per la casa farmaceutica Moderna, in conseguenza del forte calo di domanda per il suo vaccino anti-Covid.
Male anche Pfizer, che ha avuto anch’essa un arretramento del 44%”.

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