
Stellantis, nuova cassa integrazione per gli operai, appena tornati dalle ferie – Cosa sta succedendo
Stellantis, nuova cassa integrazione per gli operai appena tornati dalle ferie
I lavoratori dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, appena rientrati dalle ferie, si trovano nuovamente a fronteggiare la cassa integrazione. L’azienda ha infatti annunciato cinque giorni di sospensione dell’attività lavorativa per il mese di settembre, che comporteranno una riduzione degli orari di lavoro e dei salari. Questa decisione si aggiunge a una serie di difficoltà che Stellantis sta imponendo ai suoi dipendenti in Italia.
La direzione dello stabilimento ha comunicato anche un cambiamento nella produzione: l’assemblaggio della Fiat Panda verrà aumentato da 305 a 395 unità giornaliere, mentre la produzione del modello Tonale subirà una riduzione, passando da 200 a 150 unità al giorno.
Una situazione simile si verifica anche nello stabilimento di Atessa, in provincia di Chieti, dedicato ai veicoli commerciali, dove la cassa integrazione è stata estesa anche a settembre dopo essere stata applicata per 15 giorni già a giugno. In questo caso, la misura è stata descritta come “precauzionale e preventiva” in risposta alla situazione attuale del mercato e al calo degli ordini.
Nel periodo ormai prossimo che va dal 16 al 22 settembre, la cassa integrazione potrebbe coinvolgere tutto il personale, mentre la diminuzione della produzione ha portato alla sospensione del turno notturno fino a nuovo avviso, con un ulteriore impatto negativo sugli stipendi. Anche lo stabilimento di Mirafiori, che ha già affrontato numerosi stop alla produzione nella prima parte del 2024, potrebbe continuare a vivere incertezza nel 2024.
Mauro Cristiani, segretario generale Fiom Napoli, e Mario Di Costanzo, responsabile del settore automotive Fiom Napoli, hanno evidenziato l’urgenza di un intervento da parte del governo per discutere con l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares.
“Tavares – hanno dichiarato – “nonostante le sue dichiarazioni rassicuranti sulla sicurezza occupazionale degli stabilimenti italiani, non può nascondere il fatto che l’unico segnale concreto è l’uso sistematico degli ammortizzatori sociali. Se Stellantis non intraprende una vera svolta produttiva, investendo anche in Italia nella mobilità sostenibile e nei veicoli elettrici e a basso impatto ambientale, è probabile che si ritorni a una situazione in cui più della metà del personale di Pomigliano e degli altri stabilimenti del gruppo sarà in cassa integrazione”.