Le 5 ore di vertice di ieri notte fra le componenti del governo non ha prodotto praticamente nulla, se non l’esigenza di rimandare qualsiasi decisione: l’accordo finale fra 5 Stelle e Lega sulla Tav risulta ancora lontanissimo. “Saranno necessari ulteriori incontri”, è una delle poche voci che emerge dopo il vertice  intricato di ieri sera, da cui il governo esce con un solo dato: la richiesta di un bilaterale con la Francia e la prospettiva dei tagli dei costi dell’opera.
Di Maio ha rilasciato una stringata dichiarazione che fa capire come la situazione sia difficile: “Crisi di governo no. Ma vertice infruttuoso sì. Ci riproviamo oggi”
Mentre una nota della presidenza del Consiglio aggiunge: “Sono emerse criticità che impongono una interlocuzione con gli altri soggetti partecipi del progetto, al fine di verificare la perdurante convenienza dell’opera e, se del caso, la possibilità di una diversa ripartizione degli oneri economici”.
Salvini dal canto suo mantiene la linea: “Non sono stato eletto per bloccare ma per sbloccare”.
Posizione che mette in serio imbarazzo il Movimento 5 Stelle che non può permettersi passi indietro sulla propria posizione No Tav.

Scenari possibili in caso contrario: dimissioni del senatore Airola e di altri senatori con conseguente difficoltà ad avere i numeri per le votazioni. Movimento No Tav in rivolta contro il gruppo pentastellato. Eventualità che Beppe Grillo infiammi il dibattito sul blog gettando non acqua ma litri di benzina sul fuoco.
Si parla ora di una finestra di ulteriori 48 ore rispetto al termine ultimo di venerdì per proseguire il dialogo e rimandare la decisione finale. La situazione è complessa, oggi verosimilmente non ci saranno dichiarazioni dei protagonisti. Ma una possibile crisi di governo su un argomento così divisivo fra le forze giallo e verdi è un’ipotesi che si fa sempre più strada. Intanto, tutto è rimandato alle prossime ore.