Tav, ora le imprese del Nord Italia si rivoltano “Siamo pronti a fermare le attività”
Dopo l’ultima frenata sul progetto Torino -Lione, le imprese del nord sono pronte ad una rivolta clamorosa: scioperare contro un governo accusato di diminuire il Pil del Paese con le sue scelte controproducenti.
Sono questi gli effetti della mozione Lega-Cinquestelle alla Camera.
Corrado Alberto, leader delle piccole imprese ha spiegato: “E’ necessario un fermo delle attività produttive, d’accordo coi lavoratori, per dire che il sistema delle imprese e del lavoro non cede il passo a chi vuole distruggere il nostro futuro. Fermare le nostre attività vuol dire bloccare la produzione di ricchezza, occupazione, benessere, futuro per milioni di persone. È questo che vuole chi governa?”.- Così ha dichiarato ripreso dal quotidiano torinese La Stampa.
“Ci dicano a che gioco stanno giocando perché questo governo, in particolare la Lega, è schizofrenico o in malafede”, aggiunge Alberto – “Ora siamo curiosi di vedere con che faccia qualche partito verrà a chiedere il voto delle imprese per governare una regione che sta dimostrando di ignorare».
La stessa preoccupazione è stata manifestata anche dal presidente degli Industriali Dario Gallina che ha dichiarato in una nota:
“L’ulteriore temporeggiamento di questi giorni non fa che indebolire la credibilità del nostro Paese, soprattutto in ragione del fatto che sono stati avviati i lavori e siglati degli accordi internazionali. Accordi che sarà costosissimo e difficilissimo rinegoziare», così ha dichiarato Dario Gallina, dopo l’incontro sul futuro della Tav con il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il sindaco di Lione, Gerard Collomb.