
Torino – Addio ad un altro simbolo torinese: Italdesign in vendita. La protesta dopo l’annuncio

Torino – Addio ad un altro simbolo torinese: Italdesign in vendita
Un altro pezzo della storia industriale torinese è a rischio: Italdesign, azienda storica di progettazione e ingegneria automobilistica fondata nel 1968 da due nomi leggendari come Giorgetto Giugiaro e Aldo Mantovani, è stata messa in vendita da Audi, la casa automobilistica tedesca che la controlla tramite Lamborghini. La decisione è stata ufficialmente comunicata ai rappresentanti sindacali, alimentando timori e proteste tra i lavoratori.
L’azienda, nata sotto la Mole e cresciuta con la grande industria dell’auto piemontese, ha firmato progetti che hanno segnato l’evoluzione del design automobilistico nel mondo: basti pensare alla prima Golf, l’Alfetta, la Lancia Delta, l’Audi 80, la DeLorean di “Ritorno al Futuro” o la Lotus Esprit. Con la chiusura di Bertone, la cessione di Pininfarina agli indiani di Mahindra e il fallimento del rilancio di De Tomaso, Italdesign era rimasta uno degli ultimi baluardi del car design italiano.
La vendita, secondo indiscrezioni, potrebbe concludersi con il passaggio dell’azienda a grandi gruppi industriali internazionali, in particolare cinesi, interessati a espandere la propria presenza in Europa. Non si tratterebbe di fondi finanziari né di concorrenti automobilistici diretti, ma di colossi dell’ingegneria globale.
La scelta di Audi arriva in un momento delicato per il gruppo Volkswagen, impegnato in una transizione rapida verso la mobilità elettrica. La corsa all’elettrificazione, che pure porta con sé vantaggi ambientali e tecnologici, ha avuto finora un impatto pesante sul piano occupazionale. Solo Audi ha annunciato 7.500 tagli, mentre l’intero gruppo VW ha parlato di oltre 35.000 esuberi. In questo scenario, la cessione di società non strategiche, come Italdesign, appare come un tentativo di fare cassa. Ma per Torino e per l’intero comparto italiano dell’auto, rischia di essere l’ennesimo colpo a un settore già provato da anni di dismissioni e ristrutturazioni.
Le organizzazioni sindacali, in particolare Fiom e Fim, hanno già annunciato una riunione con tutti i lavoratori nella sede di Moncalieri. I sindacati esprimono forte preoccupazione per il futuro dello stabilimento e accusano i vertici tedeschi di sacrificare le realtà produttive estere nei momenti di difficoltà, al contrario di quanto storicamente fatto da Fiat, che spesso ha preservato le fabbriche oltreconfine.