
Torino – Arrivano i primi profughi dall’Afghanistan “Accogliamo chi fugge dai tagliagole”
Arrivano in Piemonte i primi rifugiati in fuga dall’Afghanistan. La circolare del ministero dell’Interno, inviata nella giornata di ieri, ha annunciato alla prefettura di Torino che sono destinate alla regione, in questa prima fase di accoglienza, 8 famiglie, 52 persone in tutto. Tutte hanno avuto un lasciapassare per l’Occidente attraverso i canali governativi.
Sulla situazione in evoluzione, è questo il commento dell’assessore regionale alla Sicurezza Fabrizio Ricca (Lega), ripreso dal quotidiano Repubblica: “Il Piemonte è disponibile ad accogliere chi sta scappando dalla guerra e dai tagliagole, ma per tutti gli altri, ci spiace, non c’è posto qui”. Non usa giri di parole Ricca: “In questo ultimo anno gli sbarchi quasi non ci sono stati, ma ora stanno riprendendo e il Piemonte non potrà farsi carico sia dell’emergenza in Afghanistan sia di chi arriva da altre parti con altre motivazioni”.
Quindi, aggiunge Ricca: “Lo abbiamo sempre detto: chi scappa dalla guerra è il benvenuto e troverà qui una sistemazione che lo farà sentire come a casa e, anzi, meglio. Questo vale per chi proviene dall’Afghanistan come per altre zone del pianeta dove ci sono dei conflitti. Però questa emergenza ci darà la possibilità di mettere invece in discussione un sistema di accoglienza che troppo spesso favorisce l’immigrazione clandestina. Noi apriamo le porte dei corridoi umanitari a chi fugge dall’integralismo islamico ma chiudiamole a chi arriva in massa senza motivazioni umanitarie. La solidarietà, se non segue delle regole, diventa un caos che penalizza sia i migranti che i cittadini italiani”.
Questa invece la posizione del candidato sindaco di Torino per il centrodestra, Paolo Damilano: “L‘Italia e Torino sono pronte ad accogliere, a diventare la nuova casa di quelle donne a cui la politica miope e debole sta distruggendo la vita – dichiara a Repubblica – “Ma l’Italia e Torino devono far parte di un grande piano mondiale di sostegno e di programmazione dell’accoglienza che equilibri i pesi ed eviti la concentrazione di profughi. Nessuno va lasciato solo o indietro. Ma davvero nessuno. Neanche l’Italia deve essere di nuovo lasciata sola di fronte all’emergenza che sta arrivando e le città non devono essere lasciate sole”.