Torino – Aumenta di 40 milioni di euro il costo per il Parco della Salute: la situazione

25/05/2022

L’aumento dei costi edili si ripercuote sulle gare per le Città della Salute di Torino e Novara.

E con il conflitto Russia-Ucraina i prezzi delle materie prime e dell’energia sono aumentati,  facendo salire anche il budget previsto per l’avvio del Parco: il costo della maxi opera è aumentato di 40 milioni e potrebbe alzarsi ancora.

Nel corso dell’informativa in quarta Commissione sullo stato di avanzamento dei lavori per realizzare le due strutture, l’assessore regionale alla Sanità ha spiegato che si sta lavorando con Anac per trovare un meccanismo che consenta di rivedere i prezzi, evitando che le gare vadano deserte. La Regione ha predisposto un emendamento per chiedere l’estensione delle procedure di revisione dei prezzi anche per le gare in corso prima del 27 gennaio e, in attesa che venga recepito, l’Azienda Città della Salute di Torino ha prorogato di tre mesi i termini per le ditte che entro fine maggio avrebbero dovuto presentare il progetto definitivo, in modo che i lavori possano comunque essere affidati entro fine anno, come da cronoprogramma.

Sempre per la Città della Salute di Torino – ha aggiunto l’assessore – dal settembre scorso procedono i lavori di bonifica del lotto 1, su cui sorgerà l’Ospedale. Se non ci saranno intoppi, tale operazione si concluderà entro la fine dell’estate.

Rispetto al progetto originario della Giunta precedente, è stato previsto che il Regina Margherita non entri a far parte del Parco della Salute di Torino e che i 100 posti previsti per l’area pediatrica vengano destinati all’area ostetrico-ginecologica senza aumento di costi e senza variare la gara in corso.

Un discorso a parte – ha sottolineato l’assessore – va fatto sul taglio dei 641 posti operato a suo tempo dalla precedente Amministrazione e che oggi impone una riflessione sull’offerta di cura complessiva, tenendo conto della necessità di assicurare a Torino e ai suoi cittadini un adeguato numero di posti letto per le patologie ad alta intensità che richiedono ospedalizzazione. Scenari che sono al vaglio della Cabina di regia, anche alla luce delle incognite rappresentate dal costo finale della bonifica e del manufatto, ad affidamento avvenuto.

Per quanto riguarda Novara, ha poi spiegato l’assessore, dopo che le sette aziende concorrenti non hanno presentato offerte giudicando i massimali insostenibili, abbiamo chiesto all’Azienda di effettuare una revisione dei prezzi che è stata pari a 79 milioni. Il Ministero ha inoltre chiesto di aggiungere 20 milioni per eventuali imprevisti. L’aumento del prezzo per Novara è stato dunque di 99 milioni, per un totale di 419 milioni. Rimane invariata la parte costruttiva del progetto.

Il dibattito è stato aperto dal Pd, che ha sottolineato la necessità di procedere speditamente con entrambe le Città della Salute e l’importanza di programmare i posti letto per Torino anche alla luce del previsto rifacimento del Maria Vittoria e dell’Amedeo di Savoia e del futuro ospedale dell’Asl To5.

Luv ha chiesto che la Commissione effettui un sopralluogo ai cantieri della Città della Salute di Torino e ha insistito sulla necessità di privilegiare fonti ecocompatibili per l’approvvigionamento energetico.

Monviso ha sottolineato, soprattutto per Torino, la necessità di valutare la situazione delle vie, mentre il M5s ha evidenziato come, nel caso di Novara, il dimensionamento risalga a più di un decennio fa e che, se esso fosse più simile a quello dei nuovi nosocomi, si potrebbe forse pensare a qualche margine sui costi. Sul punto i tecnici dell’Assessorato hanno ribadito che i vincoli architettonici ed urbanistici previsti dal piano regolatore di Novara e storici del Parco della Battaglia hanno previsto un intervento diffuso orizzontalmente, incrementando spazi di collegamento.

La Lega si è dichiarata disponibile a fare quanto sarà necessario per contrarre al massimo le tempistiche affinché le due opere vedano la luce.

La Commissione ha poi iniziato le prime determinazioni sulla Proposta di legge 187, Riconoscimento delle attività di tatuaggio e dermopigmentazione, di cui è prima firmataria la capogruppo del M5s.

Il provvedimento intende disciplinare l’attività di tatuaggio e dermopigmentazione per garantire, soprattutto dal punto di vista sanitario, chi vi si sottopone. Si prevedono corsi formativi e di aggiornamento per gli operatori e ne viene normata l’attività. Alla Giunta regionale, acquisito il parere della Commissione, toccherà adottare il regolamento attuativo che individui, tra l’altro, i requisiti e i criteri di priorità per l’accesso a contributi per la realizzazione di tatuaggi con finalità mediche per ridurre il disagio psicologico delle persone che si sono sottoposte a interventi di asportazione e ricostruzione dell’areola mammaria. Si prevede, per quest’ultimo fine, lo stanziamento di 87,5 mila euro per il 2022 e di 175 mila per il 2023 e il 2024.

La Proposta di legge viene ora inviata al Cal per il parere, mentre la consultazione dei soggetti interessati si svolgerà nella seduta di Commissione di lunedì 13 giugno.

 

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