Torino – Bici scagliata dai Murazzi, 16 anni alla ragazza che guardò gli amici gettarla

La Corte d’Assise di Torino ha condannato Sara Cherici, ventenne coinvolta nel tragico caso dei Murazzi, a 16 anni di carcere. La sentenza si riferisce al gravissimo ferimento dello studente palermitano Mauro Glorioso, avvenuto nella notte tra il 20 e il 21 dicembre 2023, quando una bicicletta fu scagliata dal bastione dei Murazzi del Po, colpendolo e lasciandolo costretto su una sedia a rotelle.

La pena inflitta alla Cherici è la più severa tra quelle decise finora nei confronti del gruppo di adolescenti coinvolti. Durante il processo, la giovane si è dichiarata pentita, ma solo per non aver denunciato i suoi amici dopo il fatto, affermando di non aver avuto il coraggio di collaborare con le autorità. Subito dopo la lettura della sentenza, Sara ha avuto un malore ed è stata soccorsa in aula, esclamando tra le lacrime che la condanna fosse eccessiva: “Non è giusto, io devo pagare, ma non così”.

Victor Ulinici, già maggiorenne all’epoca dei fatti, era stato condannato a 10 anni e 8 mesi con rito abbreviato. Tuttavia, la Cassazione ha accolto il ricorso della Procura, giudicando la pena troppo lieve, e il suo processo d’appello sarà ripetuto a fine gennaio. Gli altri tre complici, minorenni, hanno ricevuto pene comprese tra sei anni e otto mesi e nove anni e sei mesi.

Secondo quanto riportato da Repubblica, durante il processo, il pubblico ministero Livia Locci ha definito le lesioni inflitte a Mauro Glorioso “peggiori della consumazione di un omicidio”, sottolineando la gravità del gesto e il suo impatto devastante sulla vita della vittima. Di diverso parere l’avvocato della Cherici, Enzo Pellegrin, che ha giudicato la condanna sproporzionata rispetto al ruolo della sua assistita, sostenendo che la giovane non avesse partecipato direttamente al lancio della bicicletta.

Giuseppe Glorioso, padre di Mauro, ha commentato la sentenza con compostezza, affermando che nessun esito giudiziario potrà mai restituire a suo figlio e alla famiglia la vita precedente. Ma ha espresso gratitudine verso le autorità per il lavoro svolto e ha definito la sentenza un importante monito contro comportamenti violenti e irresponsabili.

Mauro Glorioso era in compagnia di amici lungo l’argine dei Murazzi in attesa di entrare in un locale quando il gesto sconsiderato del gruppo ha cambiato per sempre la sua vita.