Torino capitale delle Micro-Car “+30% di vendite nei prossimi anni”. La rivoluzione italiana parte dalla città della Mole
Torino capitale delle Micro-Car “+30% di vendite nei prossimi anni”. La rivoluzione parte dalla città della Mole
Umberto Palermo ha presentato la sua Mole Urbana al Mimo, il Salone dell’Auto a cielo aperto dell’Autodromo di Monza.
Secondo una stima di Confindustria Ancma, le vendite dei quadricicli elettrici in Italia sono previste aumentare del 30% annuo. Umberto Palermo, creatore della Mole Urbana, ha sottolineato l’importanza strategica di questi veicoli nella mobilità urbana durante la presentazione al Salone dell’Auto Mimo a Monza.
Nel 2022, le microcar che mirano a cambiare la mobilità urbana hanno registrato una crescita record, con 7.043 immatricolazioni, il 74,1% in più rispetto all’anno precedente. Si prevede un ulteriore aumento del 30% annuo nei prossimi anni. Palermo ha affermato che la produzione non riesce a soddisfare la domanda crescente.
E la rivoluzione parte dalla città della Mole
Torino e i suoi dintorni sono diventati un epicentro di questa crescita, con veicoli come la Mole Urbana, Ct-1, Microlino, Xev Yoyo e la Nuova Topolino Fiat.
La Mole Urbana, prodotta a Orbassano, offre una gamma di dodici modelli adatti a diverse esigenze. Il piano industriale prevede di produrre 500 veicoli nel 2024 e raggiungere le 6.000 unità all’anno entro quattro anni, in linea con la crescita del mercato. Palermo ha sottolineato l’obiettivo di creare un prodotto che risponda alle esigenze della transizione ecologica, utilizzando una nanofabbrica che riutilizza un’area industriale dismessa e scegliendo fornitori italiani ed europei.
«Il nostro piano industriale – ha spiegtoa Palermo al Corriere della Sera – prevede un inserimento di nicchia: partiamo con 500 pezzi nel 2024 e prevediamo di arrivare in quattro anni a 6.000 all’anno anche in relazione alla crescita del mercato. Vogliamo creare un prodotto che rispondesse alle necessità della transizione ecologica. Anche con una nanofabbrica che riutilizza un’area industriale dismessa, l’ex Blutec, reintegrando personale qualificato da aziende in difficoltà e scegliendo fornitori italiani ed europee. La transizione ecologica è un’opportunità da cogliere e non una minaccia».
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