
Torino – Carabiniere eroe colpito da tre coltellate per sventare rapina, è gravissimo. “La misura è colma”
Violenta rapina alla periferia nord di Torino: un carabiniere, in quel momento fuori servizio, è stato accoltellato ieri sera da un rapinatore durante un colpo alla farmacia comunale 12 di corso Vercelli 236.
L’uomo è in gravi condizioni: è stato intubato e trasportato all’ospedale Giovanni Bosco. Il ferito è un carabiniere della Compagnia Oltre Dora, sezione antidroga.
Ieri sera si trovava in farmacia come cliente, quando hanno fatto irruzione nel negozio due rapinatori armati di pistola che hanno minacciato i cassieri. Il carabiniere è intervenuto e ha disarmato il rapinatore, ma il complice ha estratto un coltello e ha accoltellato il militare.
I due rapinatori sono quindi fuggiti con i soldi, secondo le testimonianze sarebbero due italiani.
Sul luogo della rapina sono arrivate altre pattuglie dell’Arma e la squadra scientifica.
Il brigadiere della Sezione antidroga è stato colpito da tre fendenti, al fegato e a un polmone, ed è in gravi condizioni all’ospedale Giovanni Bosco. Qui si è recato il comandante provinciale dell’Arma, generale Claudio Lunardo per sincerarsi delle sue condizioni.
“Esprimo la piena solidarietà all’Arma dei carabinieri e la mia profonda vicinanza al brigadiere ferito durante una rapina – sono le parole- riprese dal quotidiano Repubblica, del sindaco di Torino, Stefano Lo Russo – È un fatto gravissimo: chiederò al comandante provinciale dell’Arma aggiornamenti sulla salute dell’eroico carabiniere, intervenuto con grande spirito di servizio anche se non operativo. Va quindi – conclude – un grande ringraziamento all’Arma dei carabinieri, mi auguro che il brigadiere possa rimettersi presto”.
A questo messaggio si aggiungono le parole allarmate di Fabio Conestà, segretario generale del Mosap, Movimento sindacale autonomo di polizia (Mosap), che, riporta Repubblica, aggiunge:
“L’augurio è che il collega possa farcela e a lui va il nostro primo pensiero. Ma non possiamo non sottolineare, per l’ennesima volta, che non disponiamo di mezzi e nome idonei a fronteggiare i delinquenti. Se usiamo l’arma in dotazione ci indagano, urlando all’abuso. Se non la usiamo, finiamo morti ammazzati. Adesso basta, la misura è colma. Poteva accadere, come già successo, anche con colleghi in servizio. Per questo ribadiamo la necessità di essere dotati di taser quanto prima e di ricevere protocolli operativi idonei che ci permettano di fronteggiare al meglio queste situazioni senza dover scegliere tra la barella e il banco degli imputati”.