
Torino – Dazi Trump, Marco Gay (Confindustria): “Occorre diplomazia per evitare una disastrosa spirale”

Dazi USA: imprenditori piemontesi allarmati, si teme una nuova crisi. Confindustria: “Serve diplomazia per evitare danni gravissimi”
Dopo l’annuncio di nuove tariffe commerciali da parte di Donald Trump, cresce la preoccupazione nel mondo dell’impresa torinese e piemontese. Le dichiarazioni dell’ex presidente americano hanno fatto scattare l’allarme tra le aziende locali, che temono pesanti ripercussioni economiche. Le associazioni di categoria, da Confindustria alle sigle che rappresentano le piccole imprese, parlano di un rischio concreto di frenata economica, nuove richieste di cassa integrazione e possibili tagli occupazionali.
Il timore di una spirale pericolosa
Marco Gay, presidente di Confindustria Torino, lancia un appello alla prudenza e alla coesione a livello europeo. Secondo lui, solo un’azione diplomatica intelligente potrà scongiurare un’escalation: “Occorre diplomazia, per evitare una disastrosa spirale. Chiediamo unità e saggezza”.
Anche i rappresentanti delle piccole e medie imprese condividono questa visione: serve una risposta unitaria e misure concrete a sostegno del tessuto produttivo.
Fabrizio Cellino, alla guida dell’associazione Piccole Imprese di Torino, sottolinea che il Piemonte si trova in una posizione particolarmente vulnerabile, visto il peso del comparto automotive, alimentare e tessile. Le difficoltà potrebbero tradursi in una nuova ondata di crisi aziendali, con cassa integrazione e perdita di posti di lavoro.
Effetto immediato: incertezza e rincari
È ancora presto per quantificare con precisione gli effetti dei dazi, ma gli imprenditori già avvertono l’arrivo di nuove difficoltà. Dopo aver intravisto segnali di ripresa, ora temono un nuovo stop. Crescono le incertezze sui costi di produzione e sulle esportazioni.
L’associazione API ha chiesto al governo di mantenere alta l’attenzione sul caro-energia e ha proposto una moratoria per la sospensione temporanea dei pagamenti da parte di famiglie e aziende. Anche CNA si è unita alle richieste di intervento, proponendo misure fiscali straordinarie, come una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali.
Esplorare nuovi mercati, ma il contesto è instabile
Molte aziende stanno già cercando di reindirizzare le proprie esportazioni verso altri mercati, come Cina, India, Nord Africa o Paesi del Nord Europa. Ma il contesto internazionale — segnato da guerre, embarghi e tensioni commerciali — rende queste alternative tutt’altro che facili.