
Torino e la crisi: è la città italiana che perde più Imprese. Oltre 4mila chiusure in pochi mesi. I dati allarmanti

Torino è la città italiana che perde più imprese: 4mila chiusure in pochi mesi
Secondo l’ultimo rapporto di Unioncamere, la situazione economica di Torino e del Piemonte nei primi tre mesi del 2025 si presenta particolarmente critica. Il territorio ha infatti registrato la peggiore performance nazionale in termini di chiusure aziendali, confermandosi in cima alla classifica negativa sia a livello comunale che regionale.
Un bilancio in profondo rosso
Nel primo trimestre dell’anno, nel capoluogo piemontese si sono registrate 4.607 cessazioni di attività, con una media superiore a 50 chiusure al giorno. Il saldo tra nuove aperture e aziende che hanno cessato l’attività è pari a -490 unità, un dato che colloca Torino ben oltre altre città in difficoltà come Rovigo (-309) e Vicenza (-277).
Un fenomeno che colpisce l’intera regione
Non va meglio per il Piemonte nel suo complesso, che ha chiuso il trimestre con un saldo negativo di -1.383 imprese, pari a circa 300 cessazioni giornaliere. Un dato peggiore anche rispetto a regioni storicamente più dinamiche come il Veneto (-1.286) e l’Emilia-Romagna (-641). Nonostante un numero complessivo di imprese registrate pari a 417.810, che posiziona il Piemonte al settimo posto nazionale per presenza imprenditoriale, il trend in calo fa temere un progressivo indebolimento del tessuto produttivo locale.
Nessuna provincia si salva
Durante il primo trimestre del 2025, nessuna provincia piemontese è riuscita a mantenere stabile o aumentare il numero delle imprese attive. Le province più grandi, come Torino (-0,22%), Novara (-0,17%) e Cuneo (-0,35%), hanno registrato cali più contenuti, mentre realtà più piccole come Asti (-0,81%), Biella (-0,65%) e Vercelli (-0,62%) hanno subito perdite proporzionalmente più pesanti. Anche Alessandria e il Verbano-Cusio-Ossola hanno chiuso in negativo, rispettivamente con un -0,47% e -0,44%.
Non solo crisi dell’automotive
Anche se la crisi del comparto automobilistico e della sua filiera produttiva continua a pesare sull’economia locale, i dati mostrano una sofferenza diffusa in quasi tutti i settori. L’agricoltura è risultata la più colpita, con un tasso di decrescita dell’1,30%, seguita da commercio (-0,82%), industria (-0,78%), turismo (-0,49%) e edilizia (-0,36%). L’unico comparto a registrare un lieve miglioramento è stato quello dei servizi, con un timido +0,21%.
Il quadro generale evidenzia un’economia piemontese in forte affanno, dove la perdita di imprese sembra ormai un trend strutturale e non un fenomeno congiunturale. Lontani i tempi in cui Torino veniva paragonata a una “locomotiva” economica: oggi il capoluogo e la regione devono fare i conti con un tessuto imprenditoriale sempre più fragile e con sfide economiche che coinvolgono l’intero territorio.