
Torino – E’ morto Franzo Grande Stevens: era l’avvocato dell’Avvocato Agnelli

E’ morto Franzo Grande Stevens: era l’avvocato dell’Avvocato Agnelli.
Addio a Franzo Grande Stevens, una delle figure più influenti dell’avvocatura italiana e protagonista indiscusso della vita economica e culturale di Torino nel secondo dopoguerra. A renderlo celebre fu soprattutto il suo stretto legame con Gianni Agnelli, tanto che venne soprannominato “l’avvocato dell’Avvocato”.
Nato a Napoli nel 1928 e laureatosi in giurisprudenza all’Università Federico II, si trasferì a Torino dove avviò una carriera che lo portò a diventare un punto di riferimento per la famiglia Agnelli. Fu lui a consigliare e accompagnare Gianni Agnelli in numerose operazioni finanziarie, incluse quelle cruciali per il mantenimento del controllo della Fiat da parte della dinastia torinese. Dopo la morte dell’Avvocato, fu coinvolto nella transizione che portò John Elkann alla guida del gruppo.
Grande Stevens ricoprì incarichi di grande rilievo: fu vicepresidente di Fiat, presidente di Toro Assicurazioni, Ciga Hotels, Cassa Nazionale Forense e della Compagnia di Sanpaolo. Tra i momenti più discussi della sua carriera c’è l’operazione finanziaria del 2005 – pianificata insieme a Gianluigi Gabetti – che garantì agli Agnelli il controllo della holding, nonostante i timori di perdita di potere. Un’azione che finì sotto inchiesta da parte della Consob e della magistratura, ma che aprì la strada al rilancio della Fiat sotto la guida di Sergio Marchionne. Sempre insieme a Gabetti, fu tra i sostenitori del sodalizio tra Fiat e Chrysler, che segnò una svolta epocale per il gruppo automobilistico.
Grande Stevens non fu soltanto un protagonista dell’economia, ma ebbe un ruolo importante anche nel mondo del calcio: nel 2003 assunse la presidenza della Juventus dopo la scomparsa di Vittorio Caissotti di Chiusano. Il suo mandato si concluse nel 2006 in seguito alle vicende legate allo scandalo Calciopoli, ma mantenne il titolo di presidente onorario del club.
La sua biografia familiare è ricca di riferimenti simbolici: era nipote di Harold Stevens, noto per essere stato una delle voci di Radio Londra durante la Seconda guerra mondiale. A Torino, Franzo Grande Stevens entrò in contatto con il mondo dell’antifascismo e della cultura liberale, dialogando con intellettuali del calibro di Norberto Bobbio e Alessandro Galante Garrone.
Nel corso della sua lunga carriera fu consulente legale di alcuni dei più importanti imprenditori italiani e internazionali, tra cui Carlo De Benedetti, Luigi Giribaldi, Karim Aga Khan, oltre alle famiglie Ferrero, Lavazza e Pininfarina. Era considerato un maestro del diritto societario, ma anche un uomo di pensiero e di cultura.
Nel 2023 fu insignito di un riconoscimento per i suoi 70 anni di esercizio della professione forense. Per l’occasione scrisse una lettera indirizzata a un giovane avvocato, nella quale rifletteva sul ruolo sociale della professione. Sottolineò come i tempi cambino, ma i principi di onestà, impegno e integrità debbano restare immutabili, ricordando l’esempio di Fulvio Croce, avvocato assassinato dalle Brigate Rosse per aver difeso d’ufficio i terroristi nel 1976.
Grande Stevens concluse quella lettera con le parole di Pietro Calamandrei, invitando le nuove generazioni a scegliere la toga solo se motivate da uno spirito di servizio: “Gli avvocati devono lavorare disperatamente, fino all’ultimo respiro, per aprire la strada agli altri”.