
Torino – Emiri arabi in città a caccia d’affari. Milioni di euro in ballo: dall’industria spaziale al recupero degli edifici. Ecco i progetti

Torino – Emiri arabi in città a caccia d’affari. Milioni di euro in ballo: dall’industria spaziale al recupero degli edifici.
A Torino è in corso una strategica apertura economica verso l’Arabia Saudita, con l’obiettivo di rafforzare i legami tra il Piemonte e il mondo arabo attraverso investimenti e collaborazioni in settori chiave. Nell’ambito di questa cooperazione, si è svolto presso il Centro Congressi dell’Unione Industriali il “Saudi-Italia Business Forum”, un evento di rilievo internazionale che ha visto la partecipazione di 20 rappresentanti del governo saudita e circa 50 manager e imprenditori del regno. La manifestazione, realizzata in collaborazione con il Ministero degli Investimenti Saudita, le Camere di Commercio saudite, Invest Saudi e il Consiglio d’Affari Saudi-Italiano, ha segnato un nuovo capitolo nelle relazioni economiche tra i due Paesi.
Attualmente sono circa 200 le aziende italiane, molte delle quali piemontesi, che operano in Arabia Saudita. La regione Piemonte ha una bilancia commerciale con il regno saudita pari a 318 milioni di euro, di cui 70 solo da Torino. Dopo la visita invernale della premier Giorgia Meloni nella città saudita di Al-Ula, si rafforza il segnale che il legame commerciale tra le due nazioni è destinato a crescere. Non a caso, la delegazione saudita ha scelto di visitare solo Torino e Milano, dimostrando un chiaro interesse per queste due città come poli di eccellenza tecnologica, industriale e culturale.
Secondo Marco Gay, presidente dell’Unione Industriali torinese, l’incontro rappresenta il primo passo per creare relazioni durature che vadano oltre il mero scambio economico. Torino, infatti, è un polo che unisce settori come meccanica, alta tecnologia, moda, agroalimentare e aerospazio. Gli investitori sauditi, come ha sottolineato Kamel Al-munajjed del Saudi-Italian Business Council, vedono in Torino un luogo ideale per trovare partner innovativi con cui sviluppare progetti di lungo termine.
I dati dell’export piemontese confermano un cambio di rotta: nonostante il calo registrato nel comparto dei trasporti nel 2024, il settore dei macchinari industriali guida le esportazioni con 130 milioni di euro, seguito dai prodotti alimentari e dalle bevande (80 milioni), e dai prodotti chimici (20 milioni). Tuttavia, l’interesse saudita non si limita alla manifattura: spazia dalla mobilità all’aerospazio, passando per la riqualificazione urbana e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico.
In quest’ottica, sono stati presi in considerazione anche progetti di recupero di edifici storici in stato di abbandono, come il Palazzo del Lavoro e Villa Frescot. La visita della delegazione alle Officine Grandi Riparazioni (OGR), esempio di rigenerazione urbana di successo, ne è una dimostrazione concreta. Lì i rappresentanti sauditi sono stati accolti da esponenti della Fondazione CRT, segnando un altro passo verso collaborazioni che non riguardano solo il business, ma anche la cultura e l’innovazione sociale.
Il forum ha posto le basi per nuove sinergie tra Torino e il mondo saudita, aprendo a una stagione di investimenti con lo sguardo rivolto al futuro e alla diversificazione economica.