
Torino – “In ospedale l’acqua non è potabile”: l’accusa alla Città della Salute

A Torino è scoppiata una polemica che ha coinvolto il sistema sanitario regionale, in particolare la Città della Salute, dopo che la Cgil ha diffuso un comunicato molto critico. Il sindacato denuncia infatti la mancanza di acqua potabile all’interno delle strutture ospedaliere, lanciando l’allarme su possibili rischi per la salute di pazienti e operatori sanitari. Secondo quanto affermato, bere dai rubinetti o anche solo lavarsi potrebbe rappresentare un pericolo concreto, a causa di una presunta contaminazione dell’acqua.
La segnalazione non si ferma però agli ospedali: la Cgil punta il dito anche contro la Regione Piemonte, accusata di non aver comunicato in modo chiaro ed efficace la non potabilità dell’acqua all’interno delle strutture sanitarie. Una situazione che, se confermata, solleverebbe interrogativi sulla gestione della sicurezza e sulla trasparenza informativa nei confronti di cittadini e lavoratori.
La replica politica non si è fatta attendere. Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega in Piemonte, e Luigi Genesio Icardi, presidente della Commissione Sanità regionale, hanno risposto duramente alle accuse. Secondo loro, la Cgil starebbe diffondendo allarmismi infondati, e invece dovrebbe occuparsi maggiormente della tutela dei lavoratori. Ricca ha annunciato che in Consiglio regionale verrà chiesto un chiarimento al direttore generale Riboldi, e ha anche evocato l’eventualità di presentare un esposto per procurato allarme, nel caso i dati ufficiali dovessero smentire quanto affermato dal sindacato.
Icardi ha aggiunto che tutte le aziende sanitarie piemontesi, comprese le Molinette, sono costantemente sottoposte a controlli sulla qualità dell’acqua, escludendo dunque irregolarità o negligenze.
Per il momento, la questione resta sospesa in attesa dei risultati delle analisi, che saranno determinanti per stabilire la veridicità delle accuse e la reale sicurezza idrica nelle strutture sanitarie torinesi. Fino ad allora, il dibattito resta acceso e alimenta lo scontro tra sindacati e istituzioni regionali.