Torino – Incubo liste d’attesa in Piemonte: oltre 450 giorni per una mammografia

Le liste d’attesa nella sanità piemontese continuano a essere un problema critico, nonostante i numerosi piani straordinari messi in atto negli ultimi anni per ridurle. I miglioramenti, quando presenti, sono minimi e non incidono significativamente sulla situazione complessiva. Le attese per molte prestazioni mediche restano drammaticamente lunghe, causando difficoltà ai pazienti che non possono accedere ai servizi con rapidità.

Alcuni esempi, riportati dall’ultimo studio del Corriere della Sera, evidenziano la gravità del problema: una mammografia programmata alle Molinette richiede 471 giorni, appena quattro in meno rispetto al 2023. Una gastroscopia necessita di 403 giorni, un’ecografia al collo per linfonodi 318 giorni, e una prima visita dermatologica all’ospedale infantile Regina Margherita arriva dopo 367 giorni. Anche per interventi chirurgici non urgenti i tempi sono lunghi: per una protesi all’anca si può attendere fino a 630 giorni, mentre per un bypass aortocoronarico tra 183 e 280 giorni.

Il quadro si estende anche ad altre strutture sanitarie.

Al Mauriziano, una visita endocrinologica richiede 311 giorni, un appuntamento con il fisiatra 350 giorni, e un intervento per emorroidi con priorità media 931 giorni, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Anche all’Asl Città di Torino, le criticità permangono: se alcune prestazioni, come una visita pneumologica, possono essere prenotate in sette giorni, altre, come un ecodoppler, richiedono 332 giorni. In molti casi, i dati non sono nemmeno disponibili, rendendo difficile monitorare e migliorare la situazione.

Il nuovo commissario della Città della Salute, Thomas Schael, e la direttrice dell’ospedale Mauriziano, Franca Dall’Occo, hanno davanti a sé sfide importanti per affrontare la crisi. La Regione Piemonte, consapevole del problema, ha annunciato misure più stringenti, con verifiche settimanali sugli obiettivi. Tuttavia, i risultati dei precedenti piani di intervento sono stati limitati, sollevando dubbi sull’efficacia delle nuove strategie.

La crisi del sistema sanitario pubblico in Piemonte rappresenta un danno per i cittadini, costretti a convivere con ritardi che aggravano le loro condizioni di salute e compromettono il funzionamento dell’intero sistema. Resta da vedere se le promesse delle istituzioni porteranno miglioramenti concreti.