
Torino – “La Corte dei Conti trasloca a Milano, aboliamo la sede del Piemonte”. Ma Cirio dice No: “è nata e resta a Torino”

Torino – “La Corte dei Conti trasloca a Milano, aboliamo la sede del Piemonte. Ma Cirio dice No
Un emendamento avanzato da Fratelli d’Italia propone di riorganizzare profondamente l’assetto della Corte dei Conti, riducendo il numero delle sue sedi regionali da 21 a 6 macro-aree.
Questa riforma, al centro di un disegno di legge firmato da Tommaso Foti, prevede la chiusura delle sedi di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, con l’accentramento delle attività del Nord-Ovest nella nuova sede di Milano. Le altre macro-sedi sarebbero a Venezia, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari.
L’idea ha generato polemiche, soprattutto in Piemonte, dove il presidente della Regione, Alberto Cirio, si è espresso fermamente contrario. Cirio ha dichiarato che la Corte dei Conti è nata a Torino e deve rimanere nella città, aggiungendo che sono in corso confronti con i parlamentari piemontesi e la Conferenza delle Regioni per fermare il progetto. Secondo Cirio, l’ipotesi di trasferimento sarebbe in via di superamento, ma continua a monitorare la situazione.
“Sono in corso delle interlocuzioni sia come conferenza delle Regioni che personalmente con i parlamentari piemontesi – ha dichiarato Cirio – “Mi pare che questa ipotesi sia in fase di superamento, per cui non dovrebbero esserci problemi. Stiamo comunque monitorando ora per ora perché la Corte dei Conti è nata a Torino e quindi rimane a Torino”.
La questione ha riacceso il dibattito soprattutto in seguito alla presentazione di un emendamento da parte dei deputati di Forza Italia Paolo Russo e Pietro Pittalis, che hanno proposto questa centralizzazione. La sede piemontese, in particolare, è stata recentemente rinnovata con un investimento di 25 milioni di euro, un fatto che aumenta le critiche verso il progetto di accorpamento.
Se approvata, la riforma trasferirebbe personale e funzioni della Corte dei Conti piemontese a Milano, lasciando la regione senza una propria rappresentanza locale. La proposta mira a migliorare l’efficienza e ridurre i costi, ma rischia di sollevare ulteriori opposizioni da parte di amministrazioni locali e cittadini che vedono nell’eliminazione delle sedi regionali una perdita significativa di autonomia e identità istituzionale.