
Torino – La storica azienda Magneti Marelli rischia il fallimento: 1600 lavoratori a rischio

La storica azienda italiana Magneti Marelli a rischio fallimento.
La storica Magneti Marelli, un tempo fiore all’occhiello dell’industria automobilistica italiana, sta attraversando una fase di profonda crisi, tanto da avviare la procedura di Chapter 11 negli Stati Uniti. Questa normativa americana consente alle aziende in difficoltà di riorganizzare i propri debiti senza cessare immediatamente l’attività, nella speranza di evitare il fallimento completo. Non è la prima volta che l’azienda ricorre a misure drastiche: già nel 2022 aveva presentato un piano di risanamento, con un debito allora stimato attorno ai 9 miliardi di euro, oggi sceso a circa 5 miliardi.
Una lunga storia di eccellenza industriale
Fondata come collaborazione tra Ettore Marelli e Fiat, la Magneti Marelli si è affermata rapidamente come uno dei marchi simbolo della componentistica per auto, espandendosi fin dai primi anni del Novecento con sedi in città come Londra, Parigi e Bruxelles. Pur avendo subito un duro colpo durante la Seconda guerra mondiale, l’azienda è riuscita a riprendersi velocemente, ampliando la propria gamma di prodotti.
Nel 1994, con la fusione nel gruppo Gilardini, nasce formalmente Magneti Marelli S.p.A.. Più recentemente, nel 2018, viene ceduta al gruppo CK Holdings, controllato dal fondo di investimenti americano KKR, per un importo di 6,2 miliardi di euro. L’operazione sancisce la nascita di un gigante mondiale nel settore dei componenti per auto.
La discesa: pandemia, crisi dei chip e rallentamenti globali
A partire dal 2020, l’azienda viene colpita da una serie di eventi negativi. La pandemia da Covid-19 blocca gran parte della produzione automobilistica in Europa e negli Stati Uniti, con una contrazione del mercato del 20%. Nel 2021, la scarsità di microchip provoca un ulteriore crollo, con circa 10 milioni di veicoli in meno prodotti a livello globale. Questi eventi, uniti alle tensioni commerciali (come i dazi introdotti da Donald Trump), mettono a dura prova un’azienda con forte vocazione internazionale.
Il ricorso al Chapter 11 e i timori per l’occupazione
Il ricorso al Chapter 11 negli USA è un segnale d’allarme per molti osservatori. La procedura ha ottenuto il sostegno di circa l’80% dei creditori, ma riguarda comunque oltre 4 miliardi di euro di passività. Ufficialmente si parla solo di una “ristrutturazione del debito”, senza impatti diretti sui lavoratori. Ma i sindacati e molti esponenti politici temono che dietro queste parole si nasconda il rischio concreto di tagli, delocalizzazioni e perdita di posti di lavoro.
In Piemonte, dove si trovano importanti impianti produttivi (tra cui quello di Venaria Reale, che da solo occupa circa 1.600 dipendenti), l’ansia cresce. Complessivamente, in Italia, oltre 6.000 lavoratori dipendono da Magneti Marelli.