
Torino – “L’addio di Stellantis alla città? E’ cosa fatta da tempo”: l’analisi dell’esperto
Torino – “L’addio di Stellantis alla città? E’ cosa fatta da tempo”: l’analisi dell’esperto
Stellantis ha da tempo abbandonato l’Italia e Torino, come dimostrano l’inattività dei milioni di metri quadrati a Mirafiori e dall’uso massiccio di lavoratori temporanei per coprire lacune nella produzione.
Il declino dello stabilimento ex-Bertone a Grugliasco, ora ex-Maserati, non è iniziato con gli Elkann. Una volta celebre per la produzione di vetture per marchi prestigiosi, come Lamborghini e Alfa Romeo, lo stabilimento ha subito un tracollo nel 2009 quando la Fiat lo acquisì, trasformandolo in FGA-OAG. Di questo e altro ha parlato Mariano Turigliatto, docente ed ecologista, attento osservatore e commentatore della realtà torinese:
“Il disimpegno di Stellantis dall’Italia e da Torino è cosa fatta da tempo – scrive Turigliato sul Fatto Quotidiano – “diversamente sarebbe difficile spiegare il milione e più di metri quadri inutilizzati da anni a Mirafiori, forse in attesa di una revisione del piano regolatore torinese che ne aumenti il valore, e il massiccio impiego di interinali a rimpiazzare i buchi quando la produzione tira un po’ di più. La parabola dello stabilimento “Giovanni Agnelli” di Grugliasco (ex-Bertone) racconta, una volta di più, una storia che non comincia con gli Elkann.
“L’ultima volta che sono entrato nello stabilimento ormai ex-Maserati di Grugliasco era il 1999 – aggiunge Turigliatto – “Non si chiamava ancora così e non apparteneva alla Fiat. Si chiamava Carrozzeria Bertone e l’occasione era il lancio sul mercato del ciclomotore C1 della BMW ideato, progettato e prodotto lì. Un ciclomotore che, per le sue caratteristiche costruttive, cinture di sicurezza e barra laterale, garantiva una protezione al conducente tale da essere omologato per la guida senza casco. Una boccata d’ossigeno per l’occupazione già allora massicciamente sostenuta da cicli eterni di cassa integrazione, invece era l’inizio della fine per i 1100 dipendenti e per la proprietà.
“Erano già lontani gli anni d’oro – conclude il docente – ” quando nello stabilimento si producevano vetture per le grandi case europee e americane, le ultime progettate dalla Stile Bertone a Caprie: la Fiat Dino, le Lamborghini Miura e Countach (esclamazione piemontese che significa all’incirca “perbacco”!), Citroen, Volvo, Alfa Romeo, Cadillac, Lancia… Dieci anni dopo, nel 2009 tutta l’attività industriale viene ceduta alla Fiat, lo stabilimento diventa FGA-OAG (Officine Automobilistiche Grugliasco). La Stile Bertone Caprie – progettazione e realizzazione di prototipi – fallisce nel 2014. Oggi resta in piedi la Bertone Design s.r.l. con sede a Milano a cui è stato conferito il marchio Bertone e che non progetta più automobili. Mentre si consumava il disastro, la Fiat cominciava il suo disimpegno da Torino e dall’Italia”.