
Torino – Muoiono d’amianto alle OGR di Torino. Medico a processo dopo 50 anni: è l’unico imputato rimasto in vita

Muoiono d’amianto alle OGR di Torino. Medico a processo dopo 50 anni
Un medico è sotto processo a Torino, accusato di omicidio colposo per la morte di sedici lavoratori delle Officine Grandi Riparazioni (OGR) di Torino, che tra il 1970 e il 1979 furono esposti all’amianto, sviluppando successivamente il mesotelioma pleurico, una forma di tumore collegata all’esposizione all’asbesto.
Le vittime erano operai, falegnami, meccanici, tappezzieri e verniciatori che si ammalarono tra il 2014 e il 2020. Oltre a queste morti, il medico è anche accusato di lesioni gravi per altri due operai: un falegname che contrasse l’asbestosi nel 2015 e un saldatore colpito da mesotelioma pleurico nel 2018.
Secondo la pubblica accusa, rappresentata dalla pm Elisa Buffa, il medico (che ora ha 84 anni) avrebbe omesso di sottoporre i lavoratori a visite mediche periodiche per valutare la loro idoneità fisica, e non avrebbe svolto correttamente la sua funzione di consulente sanitario, non adottando misure per proteggere i lavoratori dall’esposizione all’amianto.
L’accusa sostiene che il medico, insieme ai dirigenti dell’azienda, avrebbe mancato di implementare sistemi adeguati di protezione e controllo.
Il medico è l’unico imputato in questo processo, poiché è l’unico ancora in vita tra coloro che all’epoca erano responsabili.
Alcuni familiari delle vittime hanno già ricevuto un risarcimento, mentre il processo continua per stabilire le responsabilità del medico e le eventuali colpe nella mancata prevenzione dei rischi legati all’amianto presso le OGR di Torino.