
Torino – Nuovi dazi per le imprese torinesi con l’arrivo di Trump? “Perdite per 3 miliardi di euro”. La situazione
Nuovi dazi per le imprese torinesi con l’arrivo di Trump? “Perdite per 3 miliardi di euro”
Con l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, l’economia piemontese, già provata da diverse crisi, potrebbe affrontare nuove sfide. Tra i timori principali degli imprenditori della regione ci sono le possibili conseguenze della politica dei dazi americani sui prodotti europei e l’impatto delle tensioni geopolitiche globali, come quelle legate al Medio Oriente e all’Ucraina.
Il rischio economico per il Piemonte
Gli Stati Uniti rappresentano il terzo mercato di riferimento per il Piemonte, con un’importanza strategica per l’8,3% delle esportazioni regionali, superati solo da Francia (15,3%) e Spagna (13,5%). La possibile introduzione di dazi addizionali, oscillanti tra il 10% e il 20%, potrebbe causare un calo delle esportazioni piemontesi verso gli USA tra il 4,3% e il 16,8%. Questo impatto si aggiungerebbe alla già evidente contrazione registrata nei primi nove mesi del 2024, quando le esportazioni piemontesi sono scese a 45,6 miliardi di euro, con una flessione del 3,5% rispetto al 2023, principalmente a causa della crisi del settore automobilistico.
A livello provinciale, Torino è particolarmente esposta, con un rischio di perdita economica stimato in 2,7 miliardi di euro. A livello regionale, invece, le perdite potrebbero superare i 5,8 miliardi, posizionando il Piemonte al quinto posto tra le regioni più vulnerabili, dopo Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Veneto.
Settori e imprese a rischio
La minaccia dei dazi colpirebbe sia le grandi imprese che le piccole e medie aziende, specialmente nei settori della moda, dei mobili, del legno, dei metalli, della gioielleria e dell’occhialeria. Le imprese artigiane, già in difficoltà, temono un collasso del sistema con centinaia di chiusure.
Un appello alle istituzioni
Marco Gay, presidente dell’Unione Industriali Torino, dalle pagine del Corriere della Sera ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una risposta coordinata a livello europeo e di un piano di politica industriale nazionale che sostenga investimenti e transizioni economiche. Gli Stati Uniti restano un mercato strategico che va salvaguardato, ma servono visione e interventi concreti per evitare il crollo delle esportazioni.
Ultimi tentativi di contenimento
Nel frattempo, si sta osservando il fenomeno del “frontloading”, ossia l’anticipo delle importazioni da parte degli operatori americani per eludere i dazi e mantenere bassi i costi. Questo sta offrendo un momentaneo sollievo alle aziende piemontesi, che però temono di trovarsi presto in una situazione di apnea economica, qualora le politiche commerciali protezionistiche di Trump venissero effettivamente applicate.