Torino Pride una presa di posizione netta. “È assolutamente evidente che la decisione presa da Cesare Nosiglia, in merito all’annullamento del ritiro spirituale voluto da don Carrega e dalla Pastorale per le persone omosessuali credenti, vada in una direzione univoca e banalmente piena di quella forma discriminatoria perpetrata da sempre dalle gerarchie ecclesiastiche torinesi e nazionali”. Inizia così la nota diffusa Alessandro Battaglia coordinatore del Torino Pride.

Torino Pride paghiamo gli attriti interni alla Chiesa

“È altresì banalmente scontato che questa decisione sia frutto esclusivamente di polemiche e attriti tutti interni alla Chiesa”, continua. “Una Chiesa che non riesce, nonostante la predicazione di presunta apertura e accoglienza, a trovare una sintesi tra l’amore e l’accoglienza predicata dalle Scritture. I continui e biechi insulti verso una comunità che con grandi difficoltà tenta di aprire sempre nuove forme di dialogo. A questo punto ci si dovrebbe davvero interrogare se questa nostra apertura abbia un senso e se i tanti sacerdoti ‘illuminati’ debbano essere sostenuti”.

Stufi di sentirci come dei malati …

“Noi crediamo di sì ma senza davvero illusioni. Ma Siamo stufi di continuare a sentirci dare dei malati e essere trattati come tali. Mi chiedo – aggiunge battaglia – quanto una persona LGBT credente possa stare male per questa non accoglienza e mi addolora molto pensare a tutti e tutte coloro disperatamente alla ricerca di accettazione da parte di una Istituzione che la rifiuta costantemente” afferma Alessandro Battaglia coordinatore del Torino Pride.
“In ogni caso noi continuiamo a lottare contro tutte le discriminazioni anche quando colpiscono le comunità religiose in ogni parte del Mondo” conclude Alessandro Battaglia.