
Torino punta sui Congressi – Organizzarli è un Business, un mercato da 10 miliardi

Torino investe sul turismo congressuale: un settore in crescita da miliardi di euro
Nel panorama economico cittadino, i congressi e gli eventi professionali stanno assumendo un ruolo sempre più strategico per Torino. Pur trattandosi spesso di appuntamenti specialistici e poco noti al grande pubblico, il cosiddetto settore della “meeting industry” si dimostra un potente motore economico, capace di valorizzare il territorio e generare un impatto positivo su numerosi comparti. Secondo una ricerca dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica, commissionata da Enit e Federcongressi&eventi, questo settore in Italia vale oltre 10 miliardi di euro, coinvolgendo 27 milioni di partecipanti.
Nel solo 2024, il numero dei viaggiatori internazionali giunti in Italia per motivi legati al turismo congressuale è cresciuto del 22,7% rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 340 mila. Torino, con 182 sedi disponibili per eventi, rappresenta il 3,2% del totale nazionale e quasi il 36% dell’offerta del Piemonte, piazzandosi tra le prime cinque città italiane per disponibilità di spazi, subito dopo Roma, Milano, Firenze e Napoli.
I dati relativi al 2023 confermano il trend positivo: Torino ha ospitato quasi 11.000 eventi (+19,8% rispetto al 2022) con circa un milione di partecipanti (+33,5%) e oltre 1,4 milioni di presenze totali (+33,1%). Le aziende si confermano i principali organizzatori (55,1%), scegliendo nel 66,8% dei casi hotel come sede per gli incontri. Aumentano anche i congressi internazionali (+6,1%) e quelli nazionali (+13,7%).
Secondo Marcella Gaspardone, dirigente di Turismo Torino, gli eventi congressuali rappresentano almeno un quarto dell’intero comparto turistico. Questo tipo di turismo, infatti, ha una ricaduta ampia e articolata sull’economia cittadina: i partecipanti soggiornano negli alberghi, si spostano in città, visitano musei e attrazioni culturali, spendendo tra i 256 e i 328 euro al giorno a seconda della durata del convegno. Le spese si distribuiscono principalmente su alloggio (42%), trasporti (29,9%) e ristorazione (15,9%), con il restante 12,2% investito in shopping, cultura e tempo libero.
I prossimi anni vedranno Torino protagonista di appuntamenti di rilievo: nel 2025 arriveranno, tra gli altri, il congresso nazionale dei Lions (attesi 3.000 partecipanti al giorno), il congresso italiano di endocrinologia (2.000 partecipanti), quello nazionale forense (1.000) e persino eventi dedicati alla magia e ai Testimoni di Geova (fino a 10.000 presenze). Nel 2026 è già programmato un congresso internazionale sull’ortodonzia al Lingotto Fiere, con 2.000 specialisti del settore.
Nonostante queste prospettive promettenti, uno dei principali limiti di Torino resta la carenza di grandi spazi polifunzionali per eventi di vasta portata. Attualmente solo il Lingotto offre una capienza adeguata, rendendo urgente lo sviluppo di nuove strutture. Tra i progetti in sospeso, spicca la riqualificazione dell’ex area Westinghouse in via Borsellino, ferma da oltre un decennio. Qui è prevista la realizzazione di un centro congressi da 21.000 mq, un supermercato e un hotel, ma i lavori non sono ancora partiti. Secondo l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, si sta definendo il piano esecutivo che dovrà essere approvato dalla giunta.
Nel frattempo, sono in corso interventi alternativi: la Camera di Commercio ha investito 25 milioni di euro per rinnovare il centro congressi in piazza Valdo Fusi, che dovrebbe riaprire entro fine anno. Nel 2025 inizieranno anche i lavori di riconversione dell’ex Borsa Valori, destinata a ospitare un nuovo salone da 1.400 mq e 900 posti nel cuore della città. Anche la Regione Piemonte ha in programma l’apertura di una nuova sede per eventi, con sale da 50 a 300 posti nei pressi del grattacielo regionale.