Torino – Rinasce il Teatro Nuovo al Valentino: avrà il palco più grande d’Europa

Il Teatro Nuovo di Torino si prepara a una rinascita che unirà tradizione e modernità. Il progetto di riqualificazione, parte di un ampio piano di trasformazione urbana che coinvolge anche il Borgo Medievale, il Parco del Valentino e Torino Esposizioni, punta a restituire alla città un luogo simbolico della cultura e dello spettacolo, contribuendo alla candidatura di Torino come Capitale Europea della Cultura 2033.

Rosanna Purchia, assessora alla Cultura, ha presentato la nuova visione del teatro durante un incontro pubblico all’Urban Lab, sottolineando come la struttura, una volta rinnovata, sarà all’avanguardia pur mantenendo un legame con il suo passato razionalista.

Il team di progettazione, composto dallo studio di Rafael Moneo e da Isolarchitetti, ha affrontato il difficile compito di recuperare e integrare le tracce storiche con le esigenze attuali. Sebbene inizialmente si fosse ipotizzata una demolizione completa, la decisione finale, concordata con la Sovrintendenza, ha privilegiato una conservazione attenta, che valorizza l’eredità architettonica.

Il teatro, che nel 2026 compirà 90 anni, è stato progettato nel 1936 da Ettore Sottsass all’interno del Palazzo della Moda e successivamente ricostruito nel 1948 da Carlo Biscaretti di Ruffia dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Nel tempo, vari interventi hanno modificato la sua identità, fino a un progressivo declino dagli anni ‘90.

Grazie ai fondi del Piano Nazionale Complementare al PNRR, il cantiere è attualmente in corso con un investimento totale di 160 milioni di euro, di cui 30 destinati al Teatro Nuovo. I lavori, che dovrebbero concludersi entro giugno 2026, prevedono una profonda trasformazione degli spazi: la capienza sarà ridotta a 1.031 posti (rispetto ai 1.500 precedenti), ma la struttura sarà più aperta e luminosa. Il foyer avrà un soffitto altissimo e una grande vetrata affacciata su corso Massimo d’Azeglio, mentre un nuovo lucernario consentirà un’illuminazione naturale più efficace. Anche la sala principale sarà modificata per garantire una migliore visibilità e un’acustica ottimizzata.

Gli artisti potranno contare su un ingresso riservato e su ben 217 camerini distribuiti su tre livelli. La torre scenica raggiungerà i 24 metri di altezza, mentre il palco rotante, con un diametro di 30 metri, sarà uno dei più grandi in Europa. Sul tetto verranno installati pannelli fotovoltaici per migliorare l’efficienza energetica. Inoltre, è prevista una sala multifunzionale per spettacoli e conferenze, in collegamento con la vicina Biblioteca e il Politecnico.

Con la sua ampia dotazione tecnica e scenica, sarà in grado di ospitare compagnie teatrali internazionali e offrire spazi adeguati anche per le prove. La sua vocazione sarà quella di un centro culturale polifunzionale, aperto a tutte le arti performative, dalla danza all’operetta, diventando così un vero e proprio hub culturale.

Resta ancora da definire chi si occuperà della gestione del teatro una volta completati i lavori. Sebbene inizialmente lo Stabile fosse tra i candidati, si è poi tirato indietro a causa degli elevati costi di gestione. Si ipotizza che la scelta avverrà tramite un bando pubblico.

Nel frattempo, il cantiere rimarrà accessibile ai cittadini attraverso visite guidate, trasformando la ricostruzione del teatro in un’occasione di scoperta e partecipazione per tutti i torinesi.