07/06/2021

Territorio

Torino – Rinasce la pista del Lingotto, sarà il più grande giardino sospeso d’Europa con migliaia di piante

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La rivoluzione verde passa anche da Torino. Dopo il Bosco Verticale di Milano una nuova opera firmata Stefano Boeri riguarderà il capoluogo piemontese. Qui nascerà il più grande giardino sospeso d’Europa con oltre 28.000 piante grazie alla riconversione della pista asfaltata ‘da leggenda’ costruita negli Anni ’20 sul tetto della fabbrica del Lingotto.

L’ annuncio è arrivato da Olivier Francois, Ceo del marchio Fiat e Com di Stellantis
“Sono orgoglioso di questo progetto di roof garden, che vedrà la riconversione della pista prove sul tetto del Lingotto di Torino in un giardino con oltre 28.000 piante – ha detto Francois in collegamento con l’architetto Boeri – Un progetto importante e significativo e, di nuovo, sostenibile che rivitalizzerà la città di Torino, la nostra città”.

Quindi, ha aggiunto, ripreso dall’Ansa:
“Nel nuovo scenario abbiamo una nuova missione, creare la mobilità sostenibile per tutti. Il nostro dovere è di offrire al mercato, al più presto possibile compatibilmente con la riduzione del costo delle batterie, auto elettriche che non costino più di quelle a combustione”.
La marca – ha aggiunto “sta esplorando il territorio della mobilità sostenibile per tutti, questo è il nostro progetto. Tra il 2025 e il 2030, gradualmente, la nostra gamma di prodotto diventerà solo elettrica. E questo sarà un cambiamento radicale per Fiat”.
Nella conferenza si è evidenziato, inoltre, come il Bosco Verticale di Boeri contribuisca grazie alle 27.000 piante che lo compongono a pulire l’area di Milano, ed è lo stesso obiettivo che si pone con Torino.
Su questo versante si inserisce anche l’importanza del lancio della Nuova 500 elettrica per la riduzione di CO2, fenomeno all’origine del riscaldamento globale.

“La scelta di lanciare la Nuova 500 elettrica e solo elettrica – ha concluso Francois, riporta l’Ansa – era stata presa prima del Covid. Già allora eravamo coscienti che il mondo non poteva più accettare compromessi. Il lockdown in effetti è stato solo l’ultimo degli alert che avevamo ricevuto. In quel periodo abbiamo assistito a situazioni inimmaginabili fino ad allora, come ad esempio rivedere animali selvatici nelle città, a dimostrazione che la natura stava riprendendo il suo posto”.

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