
Torino – Sanità in Piemonte, i conti non tornano – In alcune città costi alle stelle: il caso di Torino, Cuneo e Novara

Sanità Piemontese, i conti non tornano – In alcune città costi alle stelle: il caso di Torino, Cuneo e Novara
Crescono tensioni istituzionali e critiche per la Sanità piemontese. Nei prossimi giorni sono previste le nomine dei nuovi direttori generali delle Asl e delle Aziende ospedaliere. I vertici regionali promettono un cambiamento significativo rispetto all’attuale dirigenza, suscitando curiosità e aspettative, ma anche dubbi.
Parallelamente, il Comitato per il Diritto alla Tutela della Salute e alle Cure, costituito la scorsa primavera con l’adesione di oltre 60 associazioni, sindacati e ordini professionali, ha annunciato una serie di iniziative di protesta. Tra queste: presidi, referendum e leggi di iniziativa popolare. Al centro delle polemiche c’è il piano per la nuova edilizia sanitaria regionale, che i membri del comitato definiscono “oscuro, confuso e privo di trasparenza”. Il documento presentato in ottobre dalla Regione, infatti, solleva molte domande senza offrire risposte chiare, soprattutto sui costi e sulle modalità di finanziamento.
Uno dei punti più contestati è la notevole variabilità dei costi per posto letto nei nuovi ospedali.
Secondo l’ultima ricerca effettuata dal Corriere della Sera, a Cuneo il costo stimato è di 509 mila euro, mentre a Novara arriva a quasi 750 mila, e a Torino si attesta sui 587 mila. Questa discrepanza non è stata spiegata, né è chiaro se tali cifre si riferiscano alla superficie totale, agli spazi effettivamente dedicati alla cura o ad altri parametri. Inoltre, emergono dubbi su come la Regione intenda finanziare i progetti definitivi, dato che alcune aree destinate ai cantieri non sono ancora state acquistate, e i relativi costi rimangono ignoti.
Durante gli Stati Generali della Sanità, organizzati presso il Gruppo Abele a Torino, il comitato ha ribadito la necessità di un dialogo più aperto e partecipato. Massimo Esposto della CGIL ha denunciato il mancato coinvolgimento delle parti sociali nei processi decisionali: l’osservatorio sulla sanità, istituito per favorire il confronto, è stato convocato solo una volta sotto la nuova giunta regionale, e su richiesta esplicita. Giorgio Airaudo, segretario generale della CGIL Piemonte, ha accusato la Regione di limitarsi alla propaganda, sottolineando che un documento pubblicato online non è sufficiente a garantire trasparenza e partecipazione. Preoccupazioni simili sono state espresse da Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei Medici di Torino, che ha sollecitato un maggiore coinvolgimento nella pianificazione del futuro socio-sanitario piemontese.
Il comitato promette battaglia per ottenere chiarezza e partecipazione, denunciando il rischio di un progressivo spostamento della sanità pubblica verso il settore privato.